Scuole e sisma, sindaci a L'Aquila per l'edilizia pubblica. L'esito dell'incontro

Si è svolta ieri a Palazzo Silone la riunione tra i Sindaci abruzzesi, i vertici regionali ed altri rappresentanti delle istituzioni. Edilizia scolastica, religiosa, edifici pubblici potenzialmente a rischio, questo è quello che è stato messo sul tavolo e di cui si è discusso per tutto il pomeriggio.

Non solo Lazio, Umbria e Marche. Anche l’Abruzzo ha subito gli effetti del sisma del 24 agosto: danni in 68 scuole, 51 tra sedi comunali e uffici pubblici, 1.551 segnalazioni di danni su edifici privati, decine di segnalazioni di danni ad edifici religiosi. I sopralluoghi sono però ancora in corso. Gli sfollati in Abruzzo sono invece 103.

“Questa ennesima tragedia – ha detto Luciano D’Alfonso  ci impone di riflettere e di assumere decisioni immediate al fine di scongiurare il ripetersi di lutti, prima di tutto, e di crolli di edifici pubblici, atteso che la classificazione sismica del territorio regionale pone la pericolosità ai massimi livelli”.

Luciano D’Alfonso

A richiesta dei sindaci, argomento centrale dell’incontro sono stati i criteri da adottare per valutare le criticità sismiche degli edifici scolastici e quindi per deciderne la riapertura. Le indicazioni della Regione Abruzzo sono state quelle di considerare solo l’agibilità e non la vulnerabilità sismica come criterio.

Inoltre, se un Primo Cittadino decidesse di chiudere una scuola pur avendo i requisiti per l’apertura, si andrebbe incontro all’interruzione di pubblico servizio. Altra “legnata” quella dei Musp, che se adottati senza averne diritto comporterebbero un danno erariale.

Da qui le difficoltà di molti sindaci che si trovano a lavorare dentro un recinto di norme e leggi che non permettono loro di operare in piena libertà. Sugli interventi all’edilizia scolastica, al momento il famoso Patto di Stabilità limita l’utilizzo dei soldi accumulati dagli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti, è così che i sindaci hanno chiesto a gran voce a D’Alfonso di poter utilizzare quei soldi, ma soprattutto di mettere in piedi un Master Plan per la sola sicurezza edilizia, tenendo momentaneamente fuori le altre opere inizialmente previste, come strade ed infrastrutture.

“Matteo Renzi ha previsto un piano di spesa di 2 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, ma prima – dice D’Alfonso – bisogna capire bene quali siano gli interventi da attuare ed individuare realmente le strutture che vadano risistemate”.

Importante obiettivo quindi, è quello di presentarsi il 20 settembre nell’incontro già fissato a Teramo con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ed il Commissario Straordinario del Governo  Vasco Errani, con una completa quantificazione dei danni registrati nei comuni abruzzesi.

Redazione - Il Faro 24