In duecento si sono ritrovati ieri pomeriggio nella sala conferenze dell’Albergo Marina, per partecipare all’assemblea popolare convocata dalle opposizioni consiliari per discutere del futuro del Pronto Soccorso. L’iniziativa era stata lanciata dai consiglieri comunali Vincenzo Montelisciani, Romana Rubeo, Maurizio Di Marco Testa e Angelo Poggiogalle in seguito al rifiuto del Sindaco e della maggioranza di discutere in Consiglio Comunale il punto sulla prevista chiusura del Pronto Soccorso. Mentre sullo schermo vengono mostrati gli otto atti ufficiali che dispongono la disattivazione del PPI, parla Romana Rubeo che spiega come “a prescindere dalle tempistiche con cui verranno attuate queste disposizioni, nei piani della Regione Abruzzo l’esito è segnato. Il Pronto Soccorso chiuderà e verrà in ogni caso (cita direttamente dagli atti della Regione Abruzzo) sostituito da una semplice postazione di 118. Abbiamo convocato questa assemblea per fare ciò che ci è stato impedito di fare in Consiglio Comunale: discutere della questione ospedale e decidere insieme il piano di battaglia per evitare che questa prospettiva si concretizzi”. A seguire, brevi saluti del Presidente del Comitato Pro Ospedale Rita Tabacco –protagonista di tante decisive vittorie giudiziarie che hanno ripetutamente salvato il presidio dai tagli della Regione- vittima nei giorni scorsi di quelli che vengono definiti “attacchi vigliacchi da parte del Sindaco”. “Io non sono sola”, dice pacatamente la Tabacco dal microfono, “con me c’è la storia dei tagliacozzani che hanno costruito questo Ospedale e c’è la gente che vuole diritti e sicurezza. Questa non è la battaglia di una persona, ma la presa di coscienza di un’intera comunità sul proprio destino e la propria vita”. A porgere i propri saluti e ad accogliere con favore l’iniziativa, anche il Presidente del Nucleo Volontari di Protezione Civile Christian Rossi secondo il quale “il Punto di Primo Intervento è parte essenziale del Piano di Emergenza Comunale da noi redatto e recentemente approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. Il nostro è un territorio a rischio da tanti punti di vista, non possiamo permetterci di perdere un presidio d’emergenza così importante. Per questo siamo partecipi di questa battaglia.” Il capogruppo de “Il Paese Che Vorrei” Maurizio Di Marco Testa prende la parola per spiegare che “questa non è un’iniziativa politica ma un incontro con tutta la cittadinanza per difendere un diritto costituzionale come quello alla salute. L’ospedale è del malato e non permetteremo a nessuno di toccarlo. Mi auguro che l’Amministrazione Comunale e la Regione accolgano la nostra apertura in modo da trovare insieme una soluzione per la salvaguardia del Punto di Primo Intervento. E’ una battaglia unitaria, che vogliamo condurre insieme a tutti quelli che vorranno starci nessuno escluso. Qualora il nostro appello non venisse recepito, porteremo i cittadini sotto gli uffici della Regione”.
Conclude il capogruppo di Tagliacozzo Unita Vincenzo Montelisciani: “Non siamo qui per fare merenda, come ha detto il Sindaco. Questo è un vero e proprio presidio di democrazia, che si svolge fuori dalle istituzioni perché queste sono state sequestrate dall’arroganza di chi ha impedito con forzature di ogni tipo la discussione sugli atti che dispongono la chiusura del Pronto Soccorso. E lo ha fatto per proteggere i suoi padrini politici, che di quegli atti sono gli estensori. Il Sindaco si sta rifiutando di combattere questa battaglia e chi si rifiuta di combattere è un disertore. Il compito di un Sindaco non è quello di fare il cane da guardia dei suoi padroni, ma quello di difendere gli interessi de proprio concittadini. Contiamo ancora che Giovagnorio possa tornare sui suoi passi e unirsi a noi, come gli abbiamo chiesto ripetutamente ricevendo in cambio solo insulti. Ma in caso contrario la nostra azione proseguirà con maggiore forza. Questa assemblea così partecipata ci consegna un mandato per condurre in tutte le sedi una battaglia a difesa degli interessi legittimi di questo territorio e noi non ci tiriamo indietro. Chiediamo all’Assessore Regionale Paolucci di venire a discutere con noi e con i cittadini che vogliono difendere i loro diritti. Non per spiegare o chiarire, come ha detto qualcuno, perché gli atti sono chiari e sappiamo leggerli da soli. Ma per dirci cosa intende fare e per ascoltare la nostra richiesta di modifica delle disposizioni. Se non avremo risposta saremo pronti a ogni tipo di mobilitazione politica, sociale e istituzionale.”