Trivelle, l’Abruzzo vince ancora 

 

Unica regione d’Italia a presentare ricorso contro decreto 2015

 

Seconda vittoria dell’Abruzzo in pochi giorni: la Corte Costituzionale, con sentenza 198/2017, ha annullato il decreto Trivelle del 2015 in quanto emanato senza preventiva intesa con le Regioni: “Non spettava allo Stato e per esso al Ministro dello Sviluppo Economico adottare il decreto del 25 marzo 2015 senza adeguato coinvolgimento delle Regioni”.

 

Soddisfatto il Sottosegretario alla Presidenza e Capogruppo Art.1 Mdp Abruzzo Mario Mazzocca che ha annunciato l’importante vittoria sul profilo Facebook, sottolineando come sia stata l’unica regione a presentare il ricorso contro il decreto 2015: “Adesso, grazie al solo Abruzzo, il governo centrale dovrà preventivamente intendersi con tutti i territori d’Italia”.

 

“Ora procederemo ad impugnare il decreto del 2016 pubblicato nel 2017 e interamente sostitutivo di quello del 2015  – continua Mazzocca – Tale situazione dovrebbe di fatto determinare una sorta di moratoria per le richieste di nuovi permessi e concessioni, almeno fino a quando i contenuti non siano concertati tra Stato e Regioni. Inoltre l’Abruzzo ha sapientemente predisposto e debitamente notificato il ricorso al Capo dello Stato contro il decreto trivelle (disciplinare tipo) molto prima della scadenza dei termini di legge fissati al 1 agosto”.

 

Si tratta della seconda vittoria a stretto giro. Tramite il verdetto emesso con sentenza 170 il 12 luglio scorso, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo anche il comma 7 dell’articolo 38 del decreto legge n.133 ‘Sblocca Italia’dando ragione ad Abruzzo, Veneto, Puglia, Marche e Lombardia che avevano presentato ricorso. Nello specifico la Consulta ha stabilito che, trattandosi di materia concorrente, non fosse competenza esclusiva dello Stato, senza alcun coinvolgimento delle Regioni, emanare il ‘Disciplinare tipo per rilascio ed esercizio dei titoli minerari per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale’ contenuto nel decreto del Ministero per lo sviluppo economico del 7 dicembre 2016.

Redazione - Il Faro 24

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