Un lista nota che si pensava distrutta: indicava le ingenti somme che i nazisti si erano portati dietro fuggendo a Buenos Aires . A scoprire tutto l’investigatore privato Pedro Filippuzzi , in alcuni locali di una banca in disuso
Rovistando nei sotterranei di alcuni locali di una banca, nell’archivio storico si è soffermato su documento dal titolo anomalo, almeno arcaico: “Congresso della Nazione Argentina”. Si è incuriosito e ha iniziato a sfogliarlo. Ha capito subito che era qualcosa di grosso: si era imbattuto sulla rete di 12mila nazisti che tra il 1941 e il 1943, prima della caduta del Terzo Reich, avevano preso il largo e si erano rifugiati in Argentina. La lunga lista di nomi indicava anche le somme che si erano portati dietro e che erano il bottino sottratto ai milioni di ebrei saccheggiati dei loro averi. La lista era nota. Ma nel 1944 il governo del dittatore filo tedesco Edelmiro Farrel aveva disciolto la Commissione incaricata di analizzarla e ordinato la distruzione del documento. Tutti pensavano che la questione si fosse chiusa e con il macero anche questa importante prova fosse sparita dalla circolazione. Non sapevano che qualcuno ne aveva fatto una copia rimasta poi per 80 anni seppellita nei sotterranei del vecchio istituto. Far sparire quel denaro era vitale per Hitler. Non c’era la possibilità di cambiare la moneta tedesca con i dollari. Trasferirla in Argentina consentiva di farlo. Veniva scambiata con il foglio verde e da qui rientrava in Europa. Sembrerebbe la somma portata in Argentina , da oltre 1400 SS, non calcolabile, per l’enorme tesoro saccheggiato agli ebrei in tutta Europa.