Torino.Esiste dunque «una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale secondo criteri probabilistici più probabile che non», si legge nel documento.
«I dati epidemiologici, i risultati delle sperimentazioni sugli animali (non contraddetti, allo stato, da altre sperimentazioni dello stesso tipo), la durata e l’intensità dell’esposizione … che assumono particolare rilievo considerata l’accertata – a livello scientifico – relazione dose-risposta tra esposizione a radiofrequenze da telefono cellulare e rischio di neurinoma dell’acustico, unitamente alla mancanza di un altro fattore che possa avere cagionato la patologia».
La sentenza del Tribunale di Ivrea del 2017, è stata confermata dalla corte d’Appello di Torino. Parliamo del caso Romeo, che riguarda un dipendente Telecom colpito da neurinoma del nervo acustico. Il caso Romeo è dunque il primo nella storia giudiziaria mondiale ad aver avuto due sentenze di merito consecutive favorevoli per il lavoratore.
Sempre secondo la corte d’Appello, i consulenti tecnici nominati, hanno fornito «solidi elementi per affermare un ruolo causale tra l’esposizione dell’appellato alle radiofrequenze da telefono cellulare e la malattia insorta».
La pronuncia della corte farà sicuramente discutere vista la diffusione sempre maggiore degli smartphone tra la popolazione di tutte le fasce d’età.
Michele Rossi
fonte: Open.online