Gentile Sindaco
l’Alleanza Italiana Stop 5G intende sottoporre alla Sua attenzione la grave e sottostimata situazione di pericolo per la sanità pubblica incombente nel territorio del Comune da Lei amministrato, attesa l’adozione sperimentale dei sistemi mobili di quinta generazione, noti come strutture 5G che, come ben saprà, si servono di inesplorate radiofrequenze prive di studi preliminari sul rischio per la salute della popolazione esposta alle irradiazioni di ubiquitari campi elettromagnetici. Il 5G prevede Wi-Fi dallo spazio, droni nel cielo e milioni di mini-antenne a microonde millimetriche, una ogni poche decine di metri sul 98% del territorio nazionale, anche sui lampioni della luce e nei tombini dei marciapiedi oltre che all’interno delle abitazioni civili, che andranno inevitabilmente a sommarsi alle già esistenti migliaia di antenne per telefonia mobile 2G, 3G, 4G e ai migliaia di Wi-Fi attivi. Ciò comporterà un’esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico e si preannuncia un innalzamento delle soglie limite per i valori di irradiazione, dalla cautelativa media attuale dei 6 V/m fino anche a 61 V/m (ovvero, in fisica, 110 volte più di oggi!).
Ci preme infine sottolineare come, dal consenso nella Risoluzione di Vicovaro 2019, in tutte le amministrazioni d’Italia ad oggi siano quasi 300 i Comuni che si sono espressi contro il wireless di quinta generazione, posizione per altro fatta propria anche dall’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia (ANPCI), considerato che per circa la metà di questi atti si tratta di Ordinanze sindacali urgenti e contingibili, mentre diversi enti hanno raccolto il nostro invito per il co-finanziamento pubblico di uno studio indipendente sugli effetti del 5G.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondale della Sanità ha infatti classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili cancerogeni” inserendoli nel gruppo 2B, mentre il dott. Olle Johansson, neuro scienziato del Karolinska Institute (che assegna il premio Nobel per la fisiologia e la medicina) ha affermato che la prova del danno causato dai campi elettromagnetici a radiofrequenza “è schiacciante”. Il dott. Ronald Powell, un fisico laureato ad Harvard che ha lavorato presso la National Science Foundation e l’Istituto nazionale degli standard e della tecnologia, condivide preoccupazioni simili riguardo al potenziale danno diffuso dalle radiazioni a radiofrequenza.
Il 1° novembre 2018 il National Toxicology Program americano ha poi diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». E qui si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G.
Nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio statunitense sui telefoni cellulari, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi italiani hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio americano: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata.
Sono poi quasi 200 gli scienziati indipendenti che, guidati dal Prof. Lennart Hardell, hanno sottoscritto l’appello internazionale per una moratoria del 5G. E un altro appello ha già raccolto le adesioni di ricercatori, cittadini e organizzazioni di 96 paesi al mondo e mette a disposizione una bibliografia ricchissima, che attesta numerosi rischi biologici da elettrosmog. In Italia, non da ultimo, nel 2018i medici di ISDE Italia hanno chiesto al Governo Conte “un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari e una moratoria per l’esecuzione delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario”.
Nel 2019 il Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Comunità Europea ha quindiaffermato cheil 5G “evidenzia criticità sconosciute sui problemi di salute e sicurezza. La polemica è in merito ai danni causati dalle attuali tecnologie wireless 2G, 3G e 4G.” E ancora. “Gli effetti della radiazione elettromagnetica sono stati generalmente ben studiati, tuttavia la radiazione elettromagnetica di bassa frequenza è meno studiata.” E infine: “L’esposizione ai campi elettromagnetici potrebbe influenzare l’uomo rimane un’area controversa e gli studi non hanno fornito prove chiare dell’impatto su mammiferi, uccelli o insetti. La mancanza di prove chiare per informare lo sviluppo delle linee guida sull’esposizione alla tecnologia 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche non intenzionali”».
Riscontrati gli “effetti nocivi sulla salute umana” il 15 Gennaio 2019 il TAR del Lazio ha così condannato i ministeri di salute, ambiente e pubblica istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino=cancro anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Llyoid’s non ne coprono più il danno. “Esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale secondo criteri probabilistici “più probabile che non”, nel 2020 ha poi affermato la Corte d’Appello di Torino nella sentenza in favore di un lavoratore colpito da neurinoma del nervo acustico causato dall’elettrosmog, in cui i giudici hanno criticato l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) perché “usa in modo inappropriato i dati sull’andamento dell’incidenza dei tumori cerebrali…non tiene conto dei recenti studi sperimentali su animali”, perché “non ha diramato raccomandazioni più stringenti sui limiti di esposizione, in particolare per i bambini e gli adolescenti”, avallando la corte di Torino le denunce di conflitto d’interessi che minano gli esiti della Commissione Internazionale per la Protezione dalle onde non ionizzanti (ICNIRP), perché “organizzazione privata, le cui linee guida hanno una grande importanza economica e strategica per l’industria delle telecomunicazioni, con la quale peraltro diversi membri dell’ICNIRP hanno legami attraverso rapporti di consulenza. A parte possibili legami con l’industria, appare evidente che i membri dell’ICNIRP dovrebbero astenersi dal valutare l’effetto sulla salute che l’ICNIRP stesso ha già dichiarato sicuri e quindi non nocivi per la salute”.
Sempre nel 2019 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha ufficialmente annunciato la rivalutazione dell’aggravamento della cancerogenesi nella riclassificazione programmata nel 2020-2024, che dovrebbe portare le radiofrequenze dall’attuale Classe 2B (possibile cancerogeno) in Classe 2A (probabile agente cancerogeno) se non perfino in Classe 1 (cancerogeno certo), mentre la più grande organizzazione di ricerca oncologica italiana, che si chiama Alleanza Contro il Cancro (fondata nel 2002 dal Ministero della Salute), in piena corsa al 5G sta studiando le possibili correlazioni tra tumore maligno al cervello d onde elettromagnetiche.
Rivendicando l’applicazione del Principio di Precauzione, dal 2018 l’Alleanza italiana Stop5g ha così lanciato una campagna nazionale chiedendo ad istituzioni e Governo italiano di fermare la sperimentazione 5G; di non innalzare i valori limite nella soglia di legge d’irradiazione elettromagnetica e di minimizzare il rischio sanitario promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici. Finora abbiamo tenuto due conferenze stampa alla Camera dei Deputati, una al Senato, un’altra nell’Europarlamento di Bruxelles, organizzando un convegno internazionale con medici e scienziati di fama mondiale a Montecitorio, indetta per lo scorso 5 Novembre la prima manifestazione nazionale unitaria in Piazza di Montecitorio, proclamata in 42 città italiane la Giornata Mondiale Stop 5G lo scorso 25 Gennaio, raccolte 55.000 firme nella petizione ‘STOP 5G, MORATORIA SUBITO IN DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA’ e con la rete internazionale dell’Alleanza Europea Stop 5G altre 250.000 firme raccolte in 214 paesi nel mondo per l’Appello planetario ‘Stop 5G dalla Terra e dallo Spazio’.
Nella fase d’emergenza socio-sanitaria del Covid-19, richiamati sia i principi normativi nazionali, fra cui la L. 36/01 finalizzata alla “protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, che comunitari a partire dal principio di precauzione sancito dall’articolo 191 del Trattato sull’Unione Europea (già art. 174 del TCE) fino al divieto di qualsiasi sperimentazione sull’Uomo senza consenso nel Codice di Norimberga, con una lettera inviata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Ministro dell’Ambiente i medici per l’ambiente di ISDE Italia hanno poi sottolineato come tra le pieghe del Decreto Cura Italia “risulta l’art. 82 dove si autorizzano le Compagnie di telecomunicazioni allo….. ‘svolgimento di ogni utile iniziativa per potenziare le infrastrutture di comunicazioni elettroniche’. Tale autorizzazione assume il significato che si sta concedendo un potere illimitato alle multinazionali delle telecomunicazioni che non potrà che facilitare la realizzazione del programma 5G.”
In particolare, si porta a conoscenza del Sindaco, dell’amministrazione comunale e dell’ufficio tecnico competente che:
Si consiglia, alla ricezione, di richiedere il dettaglio delle tecnologie e potenze che i gestori intendono utilizzare su ognuno degli impianti da installare o modificare nell’anno 2020, affinché il Vs Comune sappia per tempo se si tratta di impianti 5G;
694-790 MHz (denominata 700 MHz);
3600-3800 MHz;
26.5-27.5 GHz.
Le frequenze 3600 MHz e 26.5 GHz sono già nella disponibilità dei Gestori, mentre per la banda di frequenza 700 MHz dovranno attendere il 1 luglio 2022 (paragrafo 3.2 del Disciplinare di Gara del MISE). Già nel 2019, però, sono state presentate presso vari Comuni (anche in provincia di Lecce) SCIA per installazione di impianti integrati con banda 700 MHz, rigettate da diversi Sindaci anche perché tale banda non è attualmente nella disponibilità dei gestori;
Quindi egregio Sindaco, per quanto sopra ciò brevemente chiarito e attesa l’opposizione intrapresa da comitati, associazioni e gruppi anche di suoi concittadini, in qualità di Autorità Sanitaria locale ed ufficiale del Governo su cui incombe l’onere di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana (e i provvedimenti concernenti l’incolumità pubblica sono diretti a tutelare l’incolumità fisica della popolazione ),in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario, dell’ex art. 38 della Legge 8 Giugno 1990, n. 142 sull’Ordinamento delle autonomie locali, che investe il primo cittadino di ‘Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale’: “Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini” nonché dall’art. 3‐ter del D. L.vo n. 152/2006, l’Alleanza Italiana Stop 5G la invita ad adottare ordinanze contingibili e urgenti:
Infine, si rende noto che nel 2019 il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna (Sezione Seconda) ha dato ragione al Comune di Bologna per aver bloccato l’installazione di un’antenna 5G mentrenel 2020 la settima sezione del TAR Campania ha emesso un’ordinanza cautelare stoppando i lavori sull’antenna 5G, vietandone l’attivazione nel Comune di Quarto (NA).
In attesa di gradito riscontro, si resta a completa disposizione.
Cordiali saluti