Mercoledì 28 agosto alle ore 19 al Baglio di Donnunzio a Pescasseroli il WWF presenta il nuovo libro fotografico di Alberto Cambone e Roberto Isotti “Il popolo immobile. Le ultime foreste del Mediterraneo”, edito da De Luca Editori d’Arte, 2019.
La presentazione del libro avviene nell’ambito dei Campi di volontariato per la tutela dell’Orso bruno marsicano organizzati dal WWF Italia nell’estate 2019 e ha il patrocinio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, del Comune di Pescasseroli, della ProLoco di Pescasseroli e della Cooperativa Ecotur.
Oltre agli Autori, alla presentazione prenderanno parte Luigi La Cesa, Sindaco di Pescasseroli, Augusto Barile, Vicepresidente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, e Dante Caserta, Vicepresidente WWF Italia.
Il libro si articola in 194 immagini dal cuore delle foreste del “Mare Nostrum”: un progetto a lungo termine che ha visto coinvolti quasi 100 tra associazioni, enti di ricerca e istituzioni pubbliche, tutti impegnati per la conservazione della natura nei Paesi del bacino del Mediterraneo. Il racconto di un mondo unico per bellezza e complessità realizzato attraverso il team “Homo Ambiens” formato dai fotografi Alberto Cambone e Roberto Isotti e da Micol Ricci, autrice dei testi.
“La presentazione del bellissimo libro di Roberto Isotti e Alberto Cambone arriva in un momento tragico per i polmoni verdi del nostro Pianeta”, dichiara Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo. “Quanto sta accadendo in Siberia e in Amazzonia ci pone tutti di fronte a una grande responsabilità: tutelare le foreste del mondo, a iniziare da quelle più vicine a noi nel bacino del Mediterraneo e nella nostra regione. La distruzione delle foreste è un vero e proprio crimine contro l’umanità perché compromette la biodiversità del Pianeta e mette a rischio la stessa sopravvivenza di milioni di persone a iniziare dalle popolazioni indigene che nella foresta amazzonica, come altri popoli in altre foreste, trovano il loro sostentamento. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise sono presenti faggete vetuste dal grandissimo valore conservazionistico che vantano il riconoscimento a patrimonio mondiale dell’UNESCO: grande è la responsabilità per la tutela e la gestione di tale capitale naturale, ma tante sono anche le possibilità di promozione e di riscoperta identitaria del territorio che esso offre”.