DIMENTICATI DI STATO, UN GRANDE ARCHIVIO SUI SOLDATI ITALIANI SEPOLTI NEI CIMITERI MILITARI EUROPEI, UNA GRANDE RICERCA FIRMATA DA ROBERTO ZAMBONI, intervista di Cicchetti Ivan

Le guerre portano distruzione, dolore, e spesso hanno portato via intere vite, generalità, persone che hanno solo un vago ricordo negli avi, che non si sa dove i loro corpi riposano in pace. Un grande archivio è stato realizzato, e messo in rete con il nome dimenticatidistato.com,  a cura del Sig. Roberto Zamboni, che negli anni ha realizzato un opera straordinaria.

Chi è Roberto Zamboni?

Mi chiamo Roberto Zamboni, sono il nipote di un deportato morto nel campo di concentramento di Flossenbürg e da moltissimo tempo (ormai sono 23 anni) sto cercando di far conoscere una vicenda che ha coinvolto migliaia di nostri connazionali e le loro famiglie.

 Perchè il bisogno di creare questo grande progetto?

 In tutte le guerre ci sono genitori che perdono figli e figli che perdono padri, ma la cosa che più tormenta è quella di non sapere che fine abbia fatto un figlio o un padre. “Disperso“. Al suono di questa parola il pensiero va subito ai Caduti in Russia, a quei poveri giovani inghiottiti dal ghiaccio e dalla neve durante la tragica ritirata. Ma nel secondo conflitto mondiale ci furono dispersi, su altri fronti. Dalla guerra nei deserti del Nord Africa, alla Jugoslavia, all’Albania, fino alla Grecia. Dispersi in battaglia. Nel dopoguerra, si aggiunsero a questo lungo stuolo di Caduti senza tomba anche i dispersi in prigionia: internati militari e deportati civili dei quali si era persa ogni traccia. Migliaia di questi poveri ragazzi però, non erano affatto dei dispersi. Il Ministero della Difesa si era infatti premurato di ricercarli e di riunirli in cimiteri militari d’onore. Migliaia d’italiani caduti per cause di guerra (prevalentemente in prigionia) furono sepolti nei sacrari militari gestiti dal Commissariato Generale. Purtroppo, molti, moltissimi dei famigliari di questi sventurati non vennero mai a sapere del lavoro svolto da “Onorcaduti”, rimanendo in attesa di notizie che non sarebbero mai arrivate.

Come nasce ” Dimenticati di Stato “?

Per oltre un decennio ho raccolto i dati dei nostri Caduti (militari e civili), che furono internati o deportati nei campi nazisti e che, alla fine del loro calvario, vennero sepolti in Germania, Austria e Polonia. Chi nel dopoguerra si occupò di ricercare, esumare e traslare i nostri Caduti nei cimiteri militari italiani, purtroppo non riuscì ad informare tutti i familiari dell’avvenuta inumazione, negando a moltissime famiglie italiane di avere almeno una tomba su cui piangere. Lo studio, partito inizialmente come ricerca familiare, si è con il tempo sviluppato e dilatato in una vera e propria ricerca su un aspetto poco conosciuto. Dov’erano state sepolte le centinaia di deportati civili morti dopo le liberazioni dei campi di concentramento? E le migliaia di Internati Militari Italiani deceduti per le violenze subite nei campi di prigionia? Erano realmente tutti dei “dispersi” o avevano trovato degna sepoltura. Sono un ricercatore volontario senza titoli accademici e porto avanti questo studio solo per dovere di cronaca e per pietà nei confronti di chi ha perso un congiunto in prigionia o per motivi di guerra senza mai ricevere le adeguate informazioni sul luogo di sepoltura del proprio caro. Il Ministero della Difesa, in risposta ad una mia richiesta d’informazioni, tra le altre cose, sosteneva che quasi tutte le famiglie erano a conoscenza del luogo di sepoltura dei loro cari. Ma è proprio quel “quasi” che mi ha spinto a portare avanti questa lunga ricerca. Non so quale sia la percentuale dei familiari informati, ma sicuramente ancora adesso molte famiglie non sanno dell’esistenza della tomba dei loro congiunti. A sostenere il mio pensiero, sono le decine di comunicazioni che ricevo dai parenti dei caduti, che credevano il loro caro “disperso”, o nella migliore delle ipotesi sepolto in una fossa comune, e che invece solo ora scoprono che si trova inumato in un cimitero militare da più di mezzo secolo. La ricerca che ho intrapreso (iniziata nel 1995) ha come scopo finale quello di far conoscere ai parenti di questi poveri sventurati le località di sepoltura dei loro cari, nonché della possibilità di rimpatriarne i Resti. A questo proposito dal marzo del 2009 ho iniziato a catalogare, riscontrare e verificare gli elenchi in mio possesso per poterli rendere pubblici. Le liste, completamente inedite, regione per regione, provincia per provincia e comune per comune, sono il primo abbozzo di una lunga ricerca che spero venga ripresa in futuro da altri ricercatori (come già sta accadendo in alcune province), per poter essere approfondita e corretta da eventuali errori. Dalla fine della Seconda Guerra mondiale, l’elenco da me stilato (oltre 16.000 nominativi di base) è il primo che sia mai stato trascritto in forma integrale, riguardante i nostri connazionali deceduti in prigionia o per cause di guerra e sepolti nei sei cimiteri militari italiani in Austria, Germania e Polonia.

Come nasce il sito Dimenticati di Stato ?

L’unica maniera di rendere accessibile al grande pubblico questa enorme mole di dati era quella di metterli in Rete.

Così nasce il sito “Dimenticati di Stato”, (completamente gratuito ed autofinanziato, con finalità puramente informativa) grazie al quale è possibile avere notizie ed indicazioni su come muoversi per effettuare le ricerche dei propri parenti morti in prigionia per mano tedesca dopo l’8 settembre 1943 ed informazioni sull’eventuale rimpatrio delle Spoglie.

Questo ha fatto in modo che le pagine del sito diventassero un punto di riferimento per i parenti dei Caduti (oltre 200.000 visite negli ultimi tre anni con quasi 600.000 pagine viste).

Su “Dimenticati di Stato” sono riportati gli elenchi con i dati di base (dati anagrafici, di morte e di sepoltura). Ogni volta che i parenti di un caduto trovano il nome di un loro caro in uno degli elenchi, a quel nome si riesce a dare un volto e a ricostruire la storia di una vita spezzata quasi sempre in giovane età. Tutto ciò viene riportato puntualmente sul sito come una sorta di aggiornamento dei dati che prendono così forma e vita.

Che riconoscimenti ha avuto con questa sua grande Opera?

La mia città, Verona, ha voluto premiare questo mio lavoro di ricerca nel 2010 con la “Medaglia della Città”, un riconoscimento che il Comune di Verona consegna ai suoi concittadini che si siano impegnati in opere meritorie, ma ciò che più mi appaga e che mi fa andare avanti in questo infinito lavoro è quel “grazie” commosso di un figlio che ritrova la tomba del padre per anni creduto “disperso”.

Dopo la pubblicazione dei miei elenchi, il Ministero della Difesa ha messo on-line la banca dati dei Caduti e Dispersi della 1ª e della 2ª Guerra Mondiale (https://www.difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/Pagine/Amministrativo.aspx), un passo in avanti per ricordare tutti i nostri caduti e dispersi.

Dove arriverà questo grande ed importante archivio ?

Finchè potrò, cercherò in tutti i modi di mantenere vivo il sito e la Memoria per non far finire definitivamente nell’oblio tutti questi nostri ragazzi.

Io la ringrazio per questa intervista, la ringrazio come studioso del suo enorme lavoro con i ” Dimenticati di Stato” e vorrei che chiudesse questa  intervista con una sua frase che racchiuda l’importanza di tanta storia?

Chiudo riportando una frase che riporto anche sulla homepage del sito: “Gli elenchi sono un bene assoluto, perché dietro ad ogni nome c’è un volto e dietro ad ogni volto una vita”.

 

 

 

Redazione - Il Faro 24

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