Ennesimo incendio in una azienda che si occupa di trattamento rifiuti ,Il WWF chiede controlli e informazioni chiare ai cittadini

“Chieti non ha centraline sufficienti. Dal 2008 chiediamo inascoltati sempre le stesse cose”

Ennesimo incendio in Val Pescara in una azienda di Villanova che si occupa di recupero e trattamento di plastica ed ennesimo inevitabile allarme per la nube che ha avvolto l’intera vallata e anche buona parte della città teatina con ordinanze e inviti alla precauzione da parte dei sindaci di Chieti, San Giovanni Teatino (dove per precauzione è stato annullato anche un evento in piazza programmata per la Befana) e Cepagatti. L’ARTA invita tutti i residenti nell’intera area a tenere le finestre chiuse e a non consumare nei prossimi giorni prodotti ortofrutticoli locali che potrebbero essere entrati in contatto con il fumo.

Mentre i vigili del fuoco e i tecnici dell’Arta sono al lavoro è opportuno fare qualche riflessione.

Intanto è un dato di fatto che praticamente tutti i focolai di questo tipo, da anni, scoppiano sempre in giornate festive o prefestive e che gli impianti anti-incendio che potrebbero quantomeno limitare i danni non ci sono o non funzionano. Non ci riferiamo in alcun modo alle fiamme scoppiate questa mattina all’alba, perché su questo caso specifico dovranno essere gli inquirenti, nei tempi dovuti, a fare chiarezza. Il nostro è un discorso di carattere generale: poiché simili allarmi si ripetono praticamente ogni anno (e il 2020 ha dimostrato subito che non farà eccezione), spesso più volte l’anno, bisogna seguire elementari regole di prevenzione e di verifica. Queste in tal senso le prime immediate richieste del WWF Chieti-Pescara:

  • Nel caso specifico dell’incendio di oggi ogni informazione utile dev’essere immediatamente condivisa con la cittadinanza che non può essere tenuta all’oscuro di dati che riguardano la salute e il benessere di tutti.
  • È necessario che da oggi in poi tutte le aziende che si occupano di rifiuti vengano periodicamente ispezionate (a sorpresa) per verificare il rispetto pieno delle normative sulla sicurezza e sulle emissioni.
  • È semplicemente inconcepibile che Chieti non abbia un adeguato numero di centraline funzionanti per rilevare la qualità dell’aria. Ne servono sia nella vallata che nell’area collinare, con dati costantemente rilevati e messi a disposizione del cittadini. Non bastano quella di Cepagatti e quella della scuola Antonelli, l’unica di Chieti che oggi risulta in funzione e che avrebbe dovuto rilevare solo la qualità di fondo dell’aria per avere un riferimento di base per le altre centraline tuttora inattive. In ogni caso proprio questa della Antonelli rilevava già il 2 gennaio, quindi prima delle fiamme, qualità scarsa con la presenza di 29 microgrammi per metro cubo di polveri sottili, in particolare PM 2,5!

    “Dicevamo le stesse cose – commenta amaramente Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara – già nel 2008 quando si sono ripetuti diversi incendi in un breve lasso di tempo. Sono trascorsi 12 anni e la situazione è sempre la stessa… Non ci stancheremo di chiedere una diversa attenzione per i controlli, ma sarebbe ora che la politica di stancasse invece della sua sostanziale e ormai decennale inerzia: non basta comprare le centraline, bisogna attivarle e seguirne le indicazioni. A Pescara, ad esempio, abbiamo maggiori controlli e conosciamo i superamenti, ma le politiche per migliorare la qualità dell’aria continuano a essere insufficienti. Ancor peggio a Chieti dove abbiamo una sostanziale carenza di dati. Servono invece informazioni costanti, ma soprattutto provvedimenti urgenti a livello metropolitano per controlli e limitazioni sulle emissioni industriali e per una drastica riduzione del traffico automobilistico privato. La Val Pescara è zona rossa per la qualità dell’aria che risulta scadente o al più mediocre. Non basta prenderne atto, occorre agire”.
Redazione - Il Faro 24

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