GASDOTTO IN ABRUZZO ED ESTRAZIONI AL LAGO DI BOMBA? WWF A D’ALFONSO: DATE UN SEGNALE FORTE

“Chiediamo al Presidente D’Alfonso e alla giunta regionale abruzzese un atto politico e mediatico forte per ribadire la contrarietà del territorio al progetto di estrazione del gas dal Lago di Bomba!”

Il Comitato di cittadini “Gestione Partecipata Territorio” e le associazioni Legambiente e WWF, come da proposta avanzata già in fase di presentazione delle osservazioni in opposizione all’istanza, chiedono alla giunta regionale di farsi promotrice e prima firmataria di due documenti: una diffida al Ministero dell’Ambiente perché non esprima parere favorevole al progetto, già bocciato dal Consiglio di Stato, e una richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico perché ritiri il permesso di ricerca e dichiari per sempre che il giacimento di gas naturale di Bomba non è sfruttabile.

 

Il Comitato di cittadini “Gestione Partecipata Territorio” di Bomba e le associazioni Legambiente e WWF hanno inviato al Ministero dell’Ambiente dettagliate e scrupolose Osservazioni in opposizione allo Studio d’Impatto Ambientale presentato dalla CMI Energia S.p.A. in relazione all’istanza di richiesta di Coltivazione del giacimento di gas naturale denominato “Colle Santo” sito nel territorio dei Comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa e Colledimezzo che prevede, inoltre, la realizzazione di un gasdotto e la realizzazione di una raffineria a Paglieta, in provincia di Chieti.

La stessa cosa ha fatto la Regione Abruzzo.

Tutte le istituzioni, le associazioni ambientaliste, i comitati ed i cittadini interessati hanno ribadito l’assurdità di ripresentare, senza nessuna novità sostanziale, un progetto già bocciato due volte dal Comitato VIA della Regione Abruzzo e definitivamente respinto dal Consiglio di Stato con la Sentenza N. 02495/2015REG.PROV.COLL., N. 08032/2014 REG.RIC del 18 maggio 2015.

<<Il progetto giace al Ministero dell’Ambiente da più di un anno – scrivono Massimo Colonna (Comitato Gestione Partecipata Territorio), Giuseppe Di Marco (Legambiente Abruzzo) e Luciano Di Tizio (WWF Abruzzo) – e la decisione potrebbe essere imminente. Siamo costretti a utilizzare il condizionale perché alla richiesta di poter partecipare ai lavori e di conoscere i tempi della decisione il Ministero ci ha risposto, con una comunicazione ufficiale, informandoci che “Detta istruttoria è svolta dalla Commissione con modalità e tempi dalla medesima autonomamente individuate in coerenza con la complessità tecnica e delle circostanze intervenute nel corso del procedimento.”, ossia cittadini ed enti locali devono solo tacere ed aspettare! Nella contrapposizione a questa e alla precedente istanza della Forest c’è stato un impegno forte e costante dei cittadini del territorio e di tutte le istituzioni, Regione compresa.

A questo punto, nell’imminenza della decisione e vista la totale chiusura del comitato Via del Ministero, riteniamo che non ci si possa limitare ai soli atti formali, e chiediamo alle istituzioni locali tutte di compiere degli atti politici forti che abbiano un adeguato risalto mediatico nazionale per far valere il parere dell’Abruzzo al Ministero dell’Ambiente.

Per questo chiediamo al Presidente D’Alfonso e alla giunta regionale abruzzese di farsi promotrice e di essere prima firmataria, insieme alla Provincia di Chieti e a tutti i sindaci dei Comuni interessati, di due documenti che ribadiscono la contrarietà del territorio al progetto presentato dalla CMI energia S.p.A.

Comitato “Gestione Partecipata Territorio” Legambiente e WWF sollecitano le pubbliche amministrazioni a sottoscrivere i seguenti documenti:

  • Una DIFFIDA al Ministero dell’Ambiente a non esprimere parere favorevole nei confronti di un progetto bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato, su ricorso, tra gli altri, della stessa Regione Abruzzo, e respinto a tutti i livelli dagli Enti locali.
  • Una RICHIESTA al Ministero dello Sviluppo Economico di ritirare il Permesso di Ricerca denominato “Colle Santo”, visto che lo stesso Ministero aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato affinché non si procedesse alla coltivazione del giacimento per i forti rischi idrogeologici. Al Ministero sarà richiesto, anche, di deliberare definitivamente l’impossibilità di sfruttare il giacimento di gas naturale di Bomba affinché non si possa ripresentare in futuro un ulteriore “nuovo” progetto.

Attendiamo a breve un positivo riscontro da parte del Presidente D’Alfonso e di tutte le istituzioni locali interessate!>>

 

Redazione il Faro 24

 

 

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