Omne vivum ex ovo
Ogni essere vivente proviene dall’uovo
In principio fu l’uovo: dipinto, decorato, di cioccolata, di carta pesta, impreziosito, colorato, ma pur sempre un uovo di gallina.
Simbolo per eccellenza della resurrezione e della vita e collegato alla Pasqua cristiana, ha attraversato i secoli per arrivare fino a noi come lo conosciamo oggi.
Dagli Antichi Egizi veniva considerato il centro dei quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua. Per alcune culture pagane, l’uovo rappresentava il cielo e la Terra uniti. Simbolo della rinascita, era connesso alla leggenda della Fenice che, in punto di morte, si adagiava in un nido a forma d’uovo e si lasciava incenerire dai raggi del sole. Da quelle stesse ceneri, in seguito, sarebbe risorto l’Uccello di Fuoco.
Nei Paesi celtici, durante la Festa pagana di Beltaine, era usanza far rotolare le uova lungo la collina per simboleggiare il movimento cosmico del sole nel cielo, mentre nel mondo cristiano l’uovo raffigurava la pietra che rotolava via dalla tomba di Cristo.
Era un apprezzato dono nel periodo in cui le galline depositavano più uova, la Primavera, stagione del risveglio e del rinnovamento.
Un giorno qualcuno iniziò a decorarle. Lo fece l’orafo Fabergé nel 1887 creando, su ordine dello zar Alessandro III di Russia, le sue celebri uova impreziosite con pietre ed oro e con un gioiello all’interno.
E qualcun altro invece iniziò a crearle di cioccolata. Forse fu un pasticcere alla corte del Re Sole, forse arrivava dalle Americhe d’oltreoceano dalle cui zone ha origine il cacao, finché fu l’olandese Van Hauten a ideare nel 1828 lo stampo concavo per creare uova sottili e poter inserire al loro interno una piccola sorpresa.
Una cosa è certa: a Pasqua senza uova di cioccolato, non è Festa.