L’ordine dell’arcivescovo Confalonieri ai parroci risuono’ come una luce limpida nelle tenebre
“…Trasferire in segreto all’Aquila tutti gli ebrei sfuggiti alla retata del ghetto di Roma e tutti coloro che sono nei monasteri o nei conventi del reatino”. Questo l’ordine perentorio ed accorato che diede il 16 ottobre del 1943 l’Antico Arcivescovo, il cardinale Carlo Confalonieri ad alcuni parroci e guardiani (quelli fidatissimi) dei conventi di Cittàducale, Castel S.Angelo, Borgo Velino e Antrodoco, facenti parte allora dell’ Arcidiocesi aquilana,
L’ordine affidato a corrieri in bicicletta, partì immediatamente dopo che allo stesso Cardinale fu recapitata una nota con cui la Libraria di Corso Umberto, Amalia Agnelli, lo informava “di aver ricevuto con molta urgenza, 36 copie delle poesie del Pascoli, inviate ad alcuni studenti dei gesuiti e ai novizi dei francescani”.
Quegli “ebrei-libri”, secondo le direttive dell’Arcivescovo Confalonieri, erano stati “smistati”da Amalia Agnelli, in parte nei conventi di Santa Chiara e di S.Giuliano e in parte nel collegio dei Padri Gesuiti di piazza Santa Margherita.
Carlo Confalonieri Nacque a Seveso il 25 luglio 1893 da Giuseppe e Maria Rusconi, modesti artigiani brianzoli. All’età di undici anni entrò nel Seminario arcivescovile di San Pietro Martire di Seveso dove completò gli studi ginnasiali per poi passare al Seminario di Monza per conseguire la licenza liceale. Studiò poi a Roma come alunno del Seminario Lombardo presso la Pontificia Università Gregoriana e successivamente, come alunno del Seminario Romano, presso il Pontificio Ateneo Lateranense. Si laureò in Filosofia, Teologia e Diritto Canonico.
Nel 1921, il nuovo arcivescoco di Milano, cardinale Achille Ratti lo assunse come segretario particolare e lo tenne con sé con la stessa funzione anche quando fu eletto papa con il nome di Pio XI, dal 1922 e per tutto il tempo del suo pontificato. Nel 1935 fu nominato canonico della Basilica di San Pietro in Vaticano. Pio XII lo confermò con la precedente qualifica e successivamente lo consacrò vescovo nella Cappella Sistina il 4 maggio 1941. Dal 27 marzo 1941 al 22 febbraio 1950 fu arcivescovo dell’Aquila. Il 5 agosto del 1941, pochi mesi dopo la presa di possesso dell’arcidiocesi, salì con un nutrito gruppo di pellegrini sul Gran Sasso; a ricordo di quella ascensione, gli fu dedicata una cima, sino ad allora senza nome, che fu chiamata in suo onore Picco Confalonieri.
Durante il periodo della Seconda guerra mondiale si spese in prima persona presso il comando tedesco di stanza in città per salvare diversi prigionieri, e presso la Santa Sede per ottenere dagli Alleati di risparmiare ulteriori bombardamenti alla città dell’Aquila, già provata dal bombardamento dell’8 dicembre 1943. Tra il 1943 e il 1944 festeggiò il V centenario della morte di San Bernardino da Siena e il 650º anniversario dell’incoronazione di papa Celestino V a significare il “Biennio Sacro Aquilano”: il Santo Crocifisso, detto di S. Giovanni da Capestrano fu portato “in città con rito di riparazione e supplicazione”, e Domenica 22 aprile 1945, “in segno di riconoscenza con pubblico omaggio” per la fine della guerra, fino alla chiesa del Convento di San Giuliano, dove nella cappella, degnamente decorata dai frati Francescani, l’Arcivescovo consacrava il nuovo altare di marmo dedicato al Santo Crocifisso. Per i suoi numerosi meriti durante l’occupazione tedesca nei confronti della città, ricevette dalla municipalità aquilana il titolo onorifico di Defensor Civitatis. Fece inoltre costruire la via Mariana, un percorso di fede attraverso quindici edicole, che conduce al Santuario di Nostra Signora della Croce di Roio alle pendici di MOnte Luco. Terminò il suo mandato per la nomina a segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica quale titolare della sede arcivescovile di Nicopoli al Nesto.
Papa Giovanni XXIII lo elevò al rango di Cardinale nel concistoro del 15 dicembre 1958. Nel 1959 ricevette il titolo di arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore seguito dal suo canonico, Mons. Angelo Bresciani.
Nel 1961 fu nominato segretario della Sacra Congregazione Concistoriale, divenendone Pro-prefetto dal 1966..Nel 25º anniversario dell’ordinazione episcopale a vescovo dell’’arcidiosi di L’Aquila] il 22 dicembre 1966 Confalonieri pubblicò il libro “Decennio Aquilano” (1941-1950) “come tributo di riconoscenza e cordiale saluto”, segno del forte legame con la sua “sposa” come amava definirla lo stesso vescovo. Molti gli episodi che hanno caratterizzato la sua coraggiosa azione pastorale:”L’opera della formazione cristiana e l’integrità della disciplina liturgica…otterrebbe successi pienamente degni con aumentato decoro e prestigio delle sacre manifestazioni, se davvero tutto il clero, secolare e regolare, senza vane scuse e riprovevoli evasioni, seguisse e facesse rispettare le decisioni dell’autorità….Se si vuole ottenere bisogna educare…Vale poco spingere. Bisogna mettersi davanti a tirare il carro.Morì a Roma il 1º agosto 1986 all’età di 93 anni. Lunedì 4 agosto Giovanni Paolo II presiedette le esequie nella Basilica di San Pietro alla presenza di molti vescovi, e arcivescovi.Erano presenti anche le delegazioni di Seveso de L’Aquila e di Palestrina. Le autorità e la popolazione dell’Aquila “volevano avere il privilegio e l’onore di accogliere le spoglie mortali del loro indimenticato e indimenticabile arcivescovo”, per deporle nella Basilica di Santa Maria in Collemaggio, accanto al sepolcro di Celestino V, ma si arresero alla volontà precisa del cardinale di essere sepolto nella tomba di famiglia. Il giorno seguente fu celebrata dal cardinale Giovanni Colombo una messa nell’affollatissima chiesa Prepositurale di Seveso a testimonianza del vivo ricordo stampato nel cuore dei sevesini che ebbero la fortuna di ascoltarlo e di conoscerlo. La sua salma riposa, per suo espresso volere, nel cimitero di Seveso, accanto a quelle dei suoi genitori.