Le vie di San Francesco, il racconto – Giorno 5 – Da Gubbio a Valfabbrica

Eccoci di nuovo pronti ad affrontare un nuovo giorno alla scoperta dei luoghi in cui ha vissuto San Francesco! Il percorso organizzato dal consorzio Francesco’s Way prevede diverse tappe quotidiane da percorrere a piedi o in bicicletta, in compagnia di altri pellegrini.

Questa mattina ci siamo risvegliati a Gubbio dopo aver trascorso qui un’intera giornata divisi fra la chiesa di Santa Maria della Vittoria e quella di San Francesco della Pace, dove ci sono state narrate diverse storie sulla vita del santo. Oggi invece ci prepariamo a percorrere parecchi km a piedi: il nostro obiettivo è quello di raggiungere Valfabbrica, che dista da Gubbio circa 34 km, perciò secondo le nostre previsioni occorreranno circa 10 ore di cammino.

Partiamo di mattina presto in direzione sud, attraversando la valle del Chiascio. Camminiamo per una decina di chilometri e la nostra prima rapida sosta è per ammirare l’Abbazia benedettina di San Verecondo de Spissis, che sorge sulla collina di Vallingegno. Qui, già nei primi anni del Duecento era insediata una comunità di Benedettini. La chiesa ospita le spoglie di San Verecondo, un cavaliere francese del V secolo. La struttura ha subito diversi rimaneggiamenti, la cripta e la facciata sono le parti più antiche e risalgono all’XI secolo. La leggenda narra che qui Francesco cercò rifugio dopo aver subito un’aggressione dai briganti, che lo avevano malmenato e gettato in una fossa nella neve. I monaci che abitavano l’abbazia lo accolsero freddamente, lo consideravano un mendicante sporco e mal vestito, e gli concessero di lavorare presso l’abbazia come sguattero in cambio di vitto e alloggio. Francesco non se ne lamentò mai, e rimase a lungo ospite della struttura. Molto tempo dopo, compreso l’accaduto, il priore si recò da Francesco per scusarsi per il terribile trattamento; da allora il santo fu spesso ospite dell’abbazia, ogni volta che passava in zona.

Ci siamo spostati di poco per visitare il Castello di Vallingegno, che domina la valle del Chiascio: una imponente costruzione circondata da forti mura, che si fa risalire al ‘300 circa. Attualmente il castello è diventato proprietà privata: appartiene ad un neurochirurgo di Napoli, il professor Umile Granieri; per visitarlo è necessario il suo consenso. Ci siamo perciò limitati a visionarlo esternamente, raccogliendo informazioni tramite la nostra guida. Nel periodo medievale fu usato come base militare fra Gubbio e Valfabbrica, finché non si ribellò proprio a Gubbio, per mano di frate Piero. La rivolta causò un attacco che provocò danni ingenti alla struttura, che fu ristrutturata più volte negli anni a venire, fino ad assumere l’attuale aspetto. Ad oggi si presenta con una struttura centrale che funge da abitazione e due torri laterali, mura spesse, piccole finestre ad arco e una zona atta al camminamento di ronda.

Ci spostiamo nuovamente, e di poco, per visitare la chiesetta della Madonna della Ripe, che raggiungiamo percorrendo brevemente una stradina sterrata. La chiesa è della anche Madonna delle Grazie: piccolina, dal tetto spiovente e con un piccolo cancello in ferro all’entrata. È suggestivo vedere la fila di croci realizzate con rametti e corteccia realizzati dai pellegrini e appoggiati lungo la via.

Ci rimettiamo in marcia lungo una strada fatta di ciottoli, vogliamo arrivare al Monastero Benedettino di San Pietro in Vigneto, dove faremo la nostra sosta per il pranzo. Dopo una bella scarpinata lungo la via municipale che portava a Gubbio da Assisi, raggiungiamo questo maestoso edificio. La costruzione imponente è realizzata con materiali di recupero, il monastero sorge al posto di un ex tempio pagano e per dimensioni e stile sembra più una fortificazione dei tempi di guerra che un edificio religioso. Durante il Medioevo è stato un importante luogo di accoglienza per tutti i pellegrini che transitavano lungo la via Francigena, una strada molto frequentata. Aveva funzione di hospitio, cosi come molte strutture dell’epoca; qui vi trovavano rifugio pellegrini e viandanti, di passaggio o con problemi di salute, che solevano fermarsi per periodi più o meno lunghi, svolgendo spesso piccoli e grandi lavori presso i monaci in cambio di ospitalità. Oggi le cose sono molto cambiate, qui ci vive solamente padre Basilio Martin, un eremita a cui non piace molto la compagnia, perciò non è possibile visitare la zona interna.

Ci sistemiamo seduti su un praticello confortevole per consumare il nostro pranzo al sacco, costituito per la maggior parte da panini farciti con gustosi salumi di zona. La giornata è calda ma non torrida, troviamo riparo sotto degli alberi frondosi, e ne approfittiamo per riposarci un po’ dopo la camminata mattutina.

La pausa non dura molto, e ripartiamo subito per raggiungere la chiesa di Caprignone. Affrontiamo una camminata in salita, attraversando i verdi boschi umbri fino alla chiesetta. Balza subito all’occhio il suo stile essenziale, la costruzione in pietra manca di ogni forma di decorazione, sia internamente che esternamente. Sono stati privilegiati materiali locali e l’edificio, con le sue forme, richiama lo stile delle altre costruzioni religiose tipiche dell’Italia centrale. La chiesetta è visitabile anche all’interno, e ne approfittiamo per scattare qualche foto. Si dice che qui, nel 1223, fu ospitato il primo capitolo dell’ordine dei francescani fuori da Assisi.

Terminata la visita alla chiesa ci incamminiamo verso il Castello di Biscina, la cui torre svetta fra gli alberi: occorre circa un’ora di cammino a passo sostenuto per raggiungerlo, senza smarrirsi fra i boschi. Una volta raggiunto però veniamo premiati dalla vista meravigliosa che sovrasta la vallata! Uno spettacolo da non perdere. Qui vicino si trova la Tenuta di Biscina, che ospita una cappella dove Francesco sostò in preghiera nel suo cammino per raggiungere Gubbio. Volendo, qui ci si può fermare per la notte, ma noi decidiamo di proseguire il nostro cammino come da programma. Gambe in spalla, proseguiamo per 12 km fino a raggiungere la nostra meta, Valfabbrica, dove finalmente troviamo l’ostello convenzionato scelto in fase di prenotazione per trascorrere la notte.

Da qui ripartiremo domani mattina, seguitemi per leggere la conclusione del nostro viaggio!

Redazione - Il Faro 24

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