Lo scorso venerdì 25 agosto si è svolto presso il Teatro Comunale di Casoli l’incontro pubblico “Lupo e Uomo: insieme di può”. L’incontro, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Casoli con il supporto della Riserva regionale naturale “Lago di Serranella” e del WWF Abruzzo, ha visto la partecipazione come relatori – tra gli altri – di Marco Antonelli, zoologo del WWF Italia, e Francesca Trenta e Andrea Gallizia, ricercatori del Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini, e nasceva dalla volontà del Comune di fornire informazioni utili a cittadini e allevatori su come comportarsi quando in un territorio viene accertata la presenza del Lupo.
I ricercatori, sulla base di esperienze decennali, hanno fornito elementi utili a comprendere l’etologia di questo animale, lo stato della sua conservazione e le strategie attive a difesa del comparto zootecnico. Sono stati illustrati così modelli di protezione delle greggi, attraverso la corretta gestione delle stesse, l’uso di cani da guardiania e di recinti elettrificati: modelli ormai consolidati che, dove applicati, hanno portato a risultati eccezionali con la scomparsa o la drastica riduzione delle predazioni sui capi d’allevamento. È stato distribuito anche materiale informativo per i cittadini con le regole base di comportamento nei siti dove è ormai consolidata la presenza del Lupo.
Si è trattato di un confronto molto interessante anche con alcune fasi “movimentate”. Un confronto necessario al quale il programma del convegno aveva giustamente dedicato un ampio spazio, circa la metà della durata dell’incontro stesso, dopo la prima fase delle due relazioni dei ricercatori. Spiace che qualcuno, accompagnato da soggetti esterni alla realtà locale, abbia voluto cogliere l’occasione per alimentare le solite polemiche strumentali attraverso continue interruzioni ai relatori con atteggiamenti talmente esagitati da essere più volte ripresi dalle Forze dell’Ordine presenti in sala.
Questo soffiare continuamente sul fuoco delle polemiche, prima ancora che al Lupo, arreca un danno agli allevatori che si ritrovano senza protezioni reali e vengono strumentalizzati senza ottenere alcun beneficio. La convivenza tra le attività dell’uomo e la presenza della fauna selvatica è qualcosa di possibile, ma che richiede professionalità, studio e applicazione di soluzioni concrete già proficuamente testate in tante altre realtà e che andrebbero adattate e sviluppate azienda per azienda in un processo di crescita reciproca e confronto con il singolo allevatore. Nessuno è in grado di garantire miracoli, ma sicuramente non è con le chiacchiere o le urla in un convegno che si otterranno risultati.
“Siamo soddisfatti dell’incontro e bene ha fatto l’Amministrazione Comunale di Casoli a promuoverlo”, commenta Andrea Natale, coordinatore dell’Istituto Abruzzese per le Aree Protette che gestisce varie riserve regionali tra cui anche quella del Lago di Serranella. “Da parte nostra, insieme al WWF Abruzzo, insisteremo nei percorsi che abbiamo già in atto nelle Oasi, poiché riteniamo che il confronto con tutti i portatori di interesse sia fondamentale, a condizione che avvenga con un atteggiamento finalizzato ad individuare e applicare soluzioni fattibili, come per esempio ad Atri, e non a polemizzare. Per noi è auspicabile che tutte le aree protette presenti in regione – sia parchi nazionali che riserve regionali – intensifichino i momenti di incontro e confronto con gli allevatori e gli agricoltori che operano su questi territori. Sarebbe utile che tutte le aree protette, che già tanto fanno nelle loro varie realtà, operassero in maniera anche coordinata al fine di fornire le giuste informazioni e le corrette indicazioni su tutti i territori, aiutando così gli allevatori e gli agricoltori da un lato e la fauna dall’altro”.