Silenzio di piombo
io ti soppeso
grammo
per grammo.
Mi stai addosso
come pesante animale ferito
che cerca rifugio
e tana
ed attende
la notte
per diventare tutt’uno
col buio.
Silenzio
che mi fermi le ali
con le tue mani grandi,
avvizzite
come quelle dei vecchi,
come tasti immobili
di pianoforte scordato.
Solo un mormorio lontano
di non saper dire
e un sibilo
come di un treno
fermo da anni
in stazione
ti sgualciscono
i fianchi
che tu premi deciso
contro il mio petto.
Come a volermi
annientare,
silenzio,
ti fai prossimo
ogni mattina,
come a volermi
rubare alla vita.
-Fammi vedere quanto sei forte-
mi dici
a un orecchio,
e mi premi
alla parete del giorno,
indecente provocatore
di parole inespresse
che però
svelto
desti da torpore
di lungo letargo.
Allora vieni silenzio,
vieni più forte
che io possa
essere forte
più ancora
di te,
più ancora
della rossa ferita
che ci accomuna.
Silenzio
per dissolverti
basta chiamarti per nome
e come volatile
evaderti
da invisibile gabbia
e vederti volare.
Sei tu
cattività
e libertà,
ancora tu
il male e la cura.
Antonella Delloro