Si è tenuta questa mattina la conferenza stampaindetta dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione Abruzzo, avente ad oggetto: “Prospettive future dopo la Commissione d’inchiesta sul SIN di Bussi”. Presenti anche Luigi Moscone, segretario del circolo PD di Bussi e Pino De Dominicis, consigliere comunale di Bussi sul Tirino.
Oggi le forze di centrosinistra in Consiglio regionale sono qui per tirare le somme dopo la conclusione della Commissione d’inchiesta regionale sul Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, per guardare al futuro e per prendere un impegno con l’intera comunità della Provincia di Pescara e di Chieti.
Rivendichiamo di aver fortemente voluto l’istituzione di questa Commissione, assieme al Presidente Legnini, come uno dei primi atti di questa consiliatura e siamo qui per presentare un lavoro concluso, un lavoro complesso e corposo che fotografa alcuni degli aspetti del SIN ma, soprattutto, indica delle tracce da seguire, un percorso che è ancora lungo ma che ha anche avuto una forte accelerazione durante i lavori di questa Commissione.
La Commissione d’indagine non è una Commissione di merito. Il tempo a disposizione (che per statuto è di 6 mesi), il lungo lasso di tempo trascorso dalla scoperta di queste discariche e la mancanza di veri poteri hanno reso difficile questa indagine, che comunque è arrivata a fotografare bene gli aspetti fondamentali, ed è la prima volta che una Commissione d’inchiesta della nostra Regione chiude i propri lavori con una relazione.
La Commissione d’inchiesta regionale aveva il compito di fotografare tre aspetti, in gran parte colti.
1 – Impedimenti, lentezza e ritardi che hanno impedito la bonifica del SIN di Bussi;
2 – Bonifica e risanamento ambientale volta alla reindustrializzazione dell’area;
3 – Diritto alla salute dei cittadini.
Il Sin di Bussi sul Tirino è un sito di interesse nazionale. Merita ancora l’attenzione e la lente di ingrandimento puntata per portare a casa dei risultati che l’Abruzzo attende ancora. E’ importante per il territorio a valle di Bussi, è importante per Bussi, che si è trovata a dare il nome a una delle discariche abusive più importanti d’Italia e d’Europa, è importante perché l’inquinamento continua ancora.
Sono questi i punti su cui bisognerà ancora lavorare:
1) manca ancora il decreto conclusivo della conferenza di servizi che include il comparto Z di Piano d’Orta;
2) la Regione non ha ancora deciso cosa fare delle aree tra via Fiume e il bacino dell’Orta a Bolognano, dove Arta nel 2019 ha comunicato la presenza degli stessi inquinanti dell’area industriale;
3) mancano gli approfondimenti di Arta rispetto al Bosco Marrama o bosco Sant’Antonio per Popoli;
4) mancano, perché non sono state mai svolte, indagini approfondite sulle sostanze traccianti delle discariche alla foce del fiume Pescara. Le uniche eseguite per la concomitante caratterizzazione dei fanghi nel 2011-2013 ha riscontrato quantità di mercurio superiori ai valori di riferimento per la matrice dei sedimenti.
Se il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso si procederà con il progetto Goio, che è quello appaltato. Questo vuol dire che la società aggiudicataria dovrà presentare il progetto (e occorrerà del tempo), ma i lavori di bonifica non riguarderanno le aree ex Iprite ed ex Fosgene, che non erano ricomprese nel progetto Goio.
Viceversa, se il Consiglio di Stato darà ragione al Ministero, sarà Edison a dover continuare, in forza del principio “chi inquina paga”. In questo caso bisognerà attendere la produzione delle analisi di rischio e esaminare (con attenzione) il progetto di bonifica che verrà presentato. Su questo aspetto raccomandiamo grande attenzione per comprendere che tipo di bonifica verrà presentata e approvata.
Sono tracce di lavoro.
Come gruppi di centrosinistra abbiamo già avanzato la nostra proposta di istituire una nuova Commissione d’inchiesta che possa continuare il lavoro di questa.
Come Partito Democratico chiederemo che anche la Commissione bicamerale d’inchiesta che ha esaminato il Sin di Bussi nel 2016 possa aggiornare il proprio lavoro e in Consiglio regionale e sui territori porteremo avanti il lavoro che abbiamo iniziato, per completare in qualche anno ciò che resta da fare e chiudere definitivamente questa ferita.
Nel farlo, oggi, con grande rispetto per chi ha il processo civile incardinato, e cioè il Tribunale de L’Aquila, chiediamo che possa sciogliersi definitivamente la riserva di ordinanza sulla prescrizione per il risarcimento dei danni. Il Ministero è competente per i danni ambientali (totale stimato € 1.376.954.137), Regione Abruzzo per i danni di immagine (€. 50 Mln.), ma anche i Comuni e gli enti che si sono costituiti parte civile attendono di comprendere se la causa di risarcimento civile contro Edison possa entrare nel merito o se viceversa quella richiesta sia da considerare prescritta. Sono somme importanti per la rigenerazione ambientale e compensativa del nostro territorio e del fiume Pescara. Il Tribunale de L’Aquila si è riservato ordinanza sulla prescrizione a gennaio 2020.
In ultimo, pur non essendo questa una Commissione di merito, è innegabile che l’attenzione sul tema del SIN abbia contribuito ad ottenere dei risultati e ne abbia accelerati degli altri.
a) Quando abbiamo cominciato i lavori di questa Commissione le aree prossime alla Turbogas erano le uniche coperte di un capping, che però non impediva il processo di liscivazione delle acque pluviali. Era divelto e alzato in più punti. Oggi chi passa lì trova quelle aree coperte da un capping ripristinato.
b) Estensione delle MIPRE (MIsure di PREvenzione) sulle aree 2A e 2B, le due discariche autorizzate che erano state scoperte fin dal 2003/2004; MIPRE che dovevano essere adottate entro 48h dalla scoperta delle discariche e che sono state adottate oggi, a distanza di 17 anni, coprendo molte più aree e moderando il rischio di penetrazione delle piogge nei terreni fino alle falde.
c) Definizione del soggetto inquinatore per le 2A e 2B. Quando abbiamo iniziato i lavori di questa Commissione non era stato ancora concluso il giudizio avverso l’ordinanza del Presidente della Provincia Antonio Di Marco che individuava Edison come soggetto inquinatore della aree 2A e 2B. La sentenza del Consiglio di Stato è arrivata il 6 aprile 2020 (sent. 2301).
d) Non c’era stata la diffida del Ministero dell’ambiente diretta ad Edison per eseguire MIPRE e bonifica delle aree 2A e 2B e non si era svolto il tavolo tecnico con ARTA e ISPRA per l’approvazione della procedura che porterà alla bonifica a carico del soggetto inquinatore, in virtù del principio che “chi inquina paga”. Il tavolo si è svolto il 1 ottobre 2020 e prevedeva il capping dell’area (eseguito), l’analisi di rischio e il processo operativo di bonifica.
e) Quando abbiamo iniziato i lavori di questa Commissione non era stata ancora emessa l’ordinanza della polizia provinciale che individuava il soggetto inquinatore delle aree del sito industriale (quelle in esercizio dove ha sede oggi la Società Chimica Bussi). E’ stata formalizzata il 19 dicembre 2019.
f) Durante i lavori della Commissione è stata rilasciata l’AUA, Autorizzazione Unica Ambientale, per il desorbimento (processo sperimentale) del primo lotto delle aree a nord della località Tre Monti, che ora consente di iniziare la bonifica a carico di Edison.
g) Per la prima volta durante questa Commissione il Ministero della Difesa ha risposto e inviato tutta la documentazione relativa alle aree ex Iprite ed ex Fosgene, che non vengono ad oggi prese in considerazione da nessun progetto di bonifica.
h) Durante il lavoro di questa Commissione sono stati riattivati gli impianti di Pump&Stock installati da Solvay. Nel 2020 sono stati trovati spenti da Edison e in particolare da Arcadis Italia, per conto di Edison.
i) Durante i lavori di questa Commissione, per la precisione il 9 novembre 2018, è partito l’accantieramento della bonifica, ad opera di Edison, dell’area ex Montecatini di Piano d’Orta di Bolognano.
Luigi Moscone – segretario del circolo PD di Bussi
Per i bussesi la forma principale di risarcimento è la bonifica, che aspettiamo e vogliamo fortemente. Auspichiamo che la bonifica comprenda anche le aree ex Iprite ed ex Fosgene, attualmente escluse dal progetto Goio. Attendiamo la sentenza del Consiglio di Stato del prossimo 13 maggio, all’esito della quale capiremo come fare per bonificare anche quelle aree, perché per Bussi e per l’intera Val Pescara è fondamentale che la bonifica sia integrale e non parziale.