Il Comune di San Giovanni Teatino celebra il “Giorno del Ricordo” con una serie di iniziative che coinvolgeranno l’intera cittadinanza, per rinnovare e conservare la memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata avvenuto nel secondo dopoguerra e delle vicende legate al confine orientale.
Il 10 febbraio, alle 18.00, nella chiesa di San Rocco verrà celebrata una Santa Messa in ricordo delle vittime delle foibe, mentre sulle vetrine delle piccole attività commerciali diffuse sul territorio, verranno apposte delle locandine per sensibilizzare la cittadinanza sulle vicende che hanno ispirato l’istituzione del Giorno del Ricordo. La mattina del 18 febbraio, inoltre, la sala Consiliare del Comune di San Giovanni Teatino ospiterà le classi dell’Istituto Comprensivo G. Galilei che hanno aderito al progetto comunale “Di sana e robusta Costituzione”, organizzato in collaborazione con l’ANPI di Pescara, per parlare, tramite racconti, immagini e letture a tema, della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Il Comune di San Giovanni Teatino – dichiara il Sindaco Luciano Marinucci – aderisce al Giorno del Ricordo coinvolgendo, come sempre in occasioni come questa, la cittadinanza e le scuole, per andare oltre la semplice celebrazione e trasformare la memoria in materia di riflessione, dibattito e patrimonio di valori da investire nel presente”.
“Celebrare il Giorno del Ricordo – spiega l’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Simona Cinosi – è un momento importante nella conservazione della memoria collettiva, soprattutto perché parliamo di una tragedia a lungo dimenticata. È importante sensibilizzare la cittadinanza, ma soprattutto i ragazzi delle scuole, perché tutti comprendano che la storia non è solo un susseguirsi di date e vicende, ma è un patrimonio di memorie, di valori, di testimonianze, che condiziona il nostro presente e il nostro futuro. Ciò che siamo e ciò che saremo, non può prescindere da ciò che siamo stati, dalla comprensione degli errori del passato e dalla percezione delle proporzioni reali che hanno assunto certe tragedie”.