Nuove speranze per il reale varo di un’area protetta nata 17 anni fa

La presidente del WWF e il Ministro rilanciano il Parco della Costa Teatina.

Sollecitate nomine scevre da interessi politici localistici per i vertici dei parchi nazionali.

Prima di ferragosto la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, ha incontrato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Un incontro nel corso del quale sono stati affrontati problemi cruciali per le politiche ambientali del Paese, a cominciare dalla necessità di dare forza e ruolo al Dicastero stesso, attraverso una maggiore dotazione di risorse economiche e professionali, ma anche con la sua trasformazione in un Ministero dell’Ecologia e dello Sviluppo, attore primario delle politiche italiane di sostenibilità e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Durante l’incontro la presidente del WWF e il Ministro si sono anche confrontati su alcuni temi di grande rilievo per la conservazione della biodiversità: la tutela dei grandi carnivori e la situazione delle aree protette, sia marine che terrestri. È emersa la necessità, condivisa dal Ministro, di restituire ai Parchi nazionali una governance efficiente. Molte presidenze sono infatti vacanti (in Abruzzo quella del Parco della Majella) mentre altri Parchi sono da tempo in attesa della nomina del direttore (Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ad esempio). Il WWF ha chiesto che queste nomine, nella piena autonomia decisionale del Ministro e nel percorso d’intesa che coinvolgerà le Regioni territorialmente competenti, escano da qualsiasi logica politica localistica e siano invece pienamente rappresentative degli interessi e dei valori che in ciascun parco nazionale riguardano l’ambiente nel suo complesso e l’intera collettività dei cittadini italiani.

Donatella Bianchi e il ministro Sergio Costa hannocondiviso l’esigenza di rilanciare il sistema e si è fatto esplicito riferimento ai Parchi già istituiti ma fermi al palo, come Portofino e quello della Costa Teatina. Quest’ultimo è stato varato addirittura nel 2001 ed è stato perimetrato da un commissario ad acta già nel 2015, ma la pratica è tuttora vergognosamente ferma in un cassetto della presidenza del Consiglio dei ministri.

«Il WWF Abruzzo – sottolinea il delegato regionale Luciano Di Tizio – già nei primi giorni del giugno scorso, quando il nuovo governo si era appena insediato, aveva scritto al presidente Conte e al ministro Costa proprio per ricordare che per il varo del Parco manca solo la firma del Capo dello Stato sul decreto di perimetrazione. I due precedenti leader, Renzi e Gentiloni, cui pure ci eravamo analogamente rivolti per sollecitare la chiusura di una pratica da troppo tempo in giacenza, non avevano ritenuto neppure di dover rispondere all’appello. Gli uffici del presidente Conte ci hanno invece informato di stare valutando la situazione. Ora che anche il ministro ha risposto positivamente alle sollecitazioni della presidente del WWF Italia aspettiamo fiduciosi… L’istituzione di questa area protetta avrebbe innanzitutto un valore immenso dal punto di vista naturalistico (nel perimetro sono compresi numerosi Siti di Interesse Comunitario e Riserve Regionali), e sarebbe inoltre preziosa anche per il rilancio economico e di immagine di un territorio da troppi anni in profonda crisi».

Redazione - Il Faro 24

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