Elezioni Avezzano. 5 Domande a Fabio Di Pangrazio candidato con D’Andrea Sindaco

– Cosa l’ha spinta a presentare la sua candidatura in queste elezioni amministrative?

Sicuramente la bontà del progetto e delle persone che ne fanno parte.

Un gruppo valido e serio di persone, che comunemente vengono identificate come “brave persone”, che nell’arco di poco più di un anno e mezzo, si sono incontrate, confrontate ed infine selezionate in base a dei criteri che sin dall’inizio ci siamo posti.

Non chiacchieroni polemici, ma persone concrete, per bene, a modo, serie, disponibili alla riflessione e allo studio dei problemi; in sintesi, non fanatici. Non persone furbe. I furbi sono reticenti, stanno sempre a pensare a se stessi, possono essere insinceri e possono vendersi.

Persone che per serietà, carattere, senso del dovere, slancio romantico hanno apprezzato il progetto, condividendone le idee e l’operato.

Pochi criteri, ma altamente qualificanti, che hanno portato alla formazione di un gruppo coeso e privo di personalità ciniche ed individualiste, che per loro natura risultano essere disinteressate a tutto ciò che è collettivo.

 

– Perché ha scelto di candidarsi con Stefano D’Andrea?

Per la profonda stima che nutro nei confronti del Prof. Stefano D’Andrea.

Un professionista serio e capace, uno studioso alla continua ricerca dell’approfondimento e soprattutto un padre, che nonostante i suoi molteplici impegni, pone al centro della sua esistenza la famiglia ed i suoi quattro figli.

 

– Secondo Lei quali sono le priorità da affrontare per la città di Avezzano?

Potrei elencare una serie più o meno ampia dei problemi che affliggono la nostra città ed alcuni di questi sono stati oggetto di approfondimento nel nostro programma, ma c’è una priorità che reputo fondamentale e che mi preme sottolineare: il ritorno ad una corretta amministrazione!

Così come sancisce l’art. 3 comma secondo del Testo Unico sugli Enti Locali “Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”.

Il Comune promuove gli interessi della Comunità cittadina erogando servizi. Lo sviluppo pertanto è dato in larga misura da quello che si ottiene erogando servizi con razionalità ed efficienza.

Razionalità ed efficienza che implicano, prima di tutto, il non dover mai andare in emergenza. I buoni amministratori devono sempre evitare l’emergenza, in ragione del fatto che una certa inefficienza nel servizio sembra quasi intrinseca all’emergenza e si deve scongiurare comunque il rischio di celare, dietro l’emergenza, il perseguimento di interessi privati.

Purtroppo negli ultimi anni il Comune di Avezzano su determinate questioni è andato in emergenza, pur non riscontrandone l’esigenza, e la cosa più sconcertante è che tutto ciò spesso avviene senza che la cittadinanza ne sia messa a conoscenza.

Responsabilità queste da addossare completamente a quello che noi definiamo Partito Unico Locale, dove evidentemente anche la minoranza non svolge correttamente la propria funzione.

 

– Come giudica l’operato dell’Amministrazione uscente?

Insoddisfacente.

In città, nell’ultimo mese, stiamo assistendo all’apertura di numerosi cantieri: dalla manutenzione del manto stradale, al rifacimento e sistemazione dei marciapiedi, abbattimento di alberi, inaugurazioni di centri di interesse pubblico, progettazione di lavori faraonici per la riqualificazione di importanti edifici pubblici, ecc. ecc..

La domanda che mi pongo (e credo che come me se la pongano molti concittadini) è la seguente: è stata una scelta giusta e corretta quella di attendere l’imminenza delle nuove elezioni per l’esecuzione di questi lavori (la cui utilità è in gran parte condivisibile!), oppure ci si deve aspettare – o forse sarebbe meglio dire pretendere – da una amministrazione comunale una corretta e giusta programmazione?

Ecco, anche questo per me significa agire in emergenza a discapito dell’interesse delle collettività!

– Quale sarà l’argomento sul quale focalizzerà la sua campagna elettorale?

Il voto come atto di responsabilità e non di fiducia.

Il voto di preferenza va dato razionalmente una volta valutata una lista nel suo complesso. Esso è in primo luogo un voto alla lista. Si vota la lista e poi all’interno della lista si dà la preferenza.

Dopo aver scelto la lista migliore, ed essersi assicurati che tra i possibili eletti non vi siano persone cattive o comunque mediocri e modeste, si sceglie la persona della lista reputata preferibile, anche se è una persona meno brava o da noi meno conosciuta rispetto ad un’altra candidata in una lista “discutibile”.

A forza di andare dietro all’aperitivo, alla cena sponsorizzata, agli eventi spot creati a solo scopo propagandistico, da anni ci ritroviamo con consigli comunali di livello scadente.

In fin dei conti non è altro che il risultato della cosiddetta “polita del calcetto” a livello locale!

– Come valuta il clima pre-elettorale che si sta respirando in città?

Per il momento nulla di particolarmente eclatante.

Da una parte c’è il tifo organizzato del Partito Unico Avezzanese che non perde occasione per battibeccarsi vicendevolmente ad ogni minimo pretesto, dall’altra ci sono forze, sia politiche che civiche come la nostra, che tra le varie “gigantografie megalomani” cercano di farsi luce per portare a conoscenza e spiegare alla cittadinanza la bontà del loro progetto.

Quello che mi dispiace (e che ho potuto constatare personalmente) è che ancora una volta si gioca con l’illusione di una promessa di un posto di lavoro o di una sistemazione (che se non in rarissimi casi, non potrà di certo avverarsi!) a discapito delle molte persone in difficoltà.

Questo si che è indegno!

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