Elezioni Avezzano. 6 domande ad Antonio Bianchi, candidato con Stefano D’Andrea

 

Intervista al candidato consigliere Antonio Bianchi, candidato con Stefano D’Andrea sindaco alle elezioni amministrative di Avezzano dell’11 giugno.

 

Cosa l’ha spinta a presentare la sua candidatura a queste elezioni amministrative?
Insieme ad un’altra decina di amici concittadini faccio parte del gruppo promotore del progetto civico ” Riconquistare Avezzano”; ci accomuna l’adesione alle idee dell’associazione nazionale- FSI Fronte sovranista italiano- associazione costituitasi nel giugno 2016 grazie al lavoro fatto a partire del 2012 dall’ ARS -Associazione riconquistare la sovranità- di cui, e lo dico con orgoglio, sono uno dei soci fondatori. Credo in questo gruppo e sono certo che crescerà in qualità e quantità. Ci siamo oggi e ci saremo nei prossimi anni.
Perché ha scelto di candidarsi con Stefano D’Andrea?
Stefano D’Andrea è stato l’ideatore dell’Ars ed è il presidente del FSI – Fronte sovranista Italiano-. Persona di vasta cultura e di grande spessore, capacità fuori dal comune e una volontà di ferro nel portare avanti un progetto che crediamo non abbia uguali in Italia. Nell’Ottobre del 2015 ci siamo chiesti se questo gruppo poteva aggregare intorno ad un progetto civico un numero congruo di cittadini. Abbiamo deciso di provare cercando di avvicinare le persone da noi considerate “non furbe e non chiacchierone e/o polemiche”. Questi semplici criteri hanno prodotto una selezione severa e determinato tempi lunghi per la formazione della lista.  Ma alla fine il risultato è quello voluto.

 

Secondo lei quali sono le priorità da affrontare per la città di Avezzano?
La priorità è, secondo il mio punto di vista, quella di iniziare un processo di formazione di una nuova classe dirigente amministrativa. Assistiamo impotenti all’azione del “Partito unico” che di fatto governa la città e che non ha prodotto neanche una forza di reale opposizione. In fondo come sarebbe stato possibile se molti degli esponenti hanno vestito a turno la stessa maglia?  Cosa ci possiamo aspettare da coloro che non rinunciano ad utilizzare un sistema che crea centinaia di finti candidati, senza altro scopo che non siano le ambizioni personali? E non parlo di come e perché siano riusciti a “convincere tanti cittadini”. Noi non ci attendiamo più nulla.

 

Come giudica l’operato dell’amministrazione uscente?
Le mie valutazioni non sono positive perché sono emerse scelte che hanno mostrato tutti i limiti ed i vizi tipici delle “male-amministrazioni”.

Una mancata e scorretta pianificazione dell’azione amministrativa ha prodotto ritardi e “gestioni in emergenza” e quindi sprechi di soldi degli avezzanesi: la vicenda dei rifiuti, quella del verde pubblico, sono esempi lampanti. Così come la vicenda del piano traffico. I motivi per cui ciò avviene? Possiamo solo presupporli ma non c’è da essere contenti.

 

Quale sarà l’argomento sul quale focalizzerà la sua campagna elettorale?
Non ci sarà un argomento o punto di programma specifico. Dobbiamo mostrare a tutti gli elettori le nostre capacità di “ capire” i problemi prioritari, studiarli in modo rigoroso e fornire le soluzioni del caso. E’ con questo approccio che abbiamo delineato i punti del nostro programma. Questa capacità deve essere valutata e non altro. D’altra parte siamo stanchi di programmi costruiti sulla carta che potrebbero adattarsi alle esigenze di centinaia di territori e centinaia di città. Vogliono gli elettori essere presi continuamente in giro con corpose e ben presentate “opere di marketing”?

Il nostro programma è visibile ed invitiamo tutti a verificarne la fattibilità e lo spirito con cui è stato realizzato.

 

Come valuta il clima elettorale che si respira in città?
Sui social si leggono sfoghi di persone, in parte ironici in parte no, che testimoniano il proprio disappunto per la presenza massiccia di candidati alla continua ricerca del “ voto”.  Ma a ben vedere il numero di liste e candidati è pressappoco lo stesso della scorsa elezione. Perché dunque oggi questa anomalia sembra colpire più persone? Vuol dire che i metodi “ elettorali “ dell’attuale classe dirigente cominciano ad essere compresi e criticati apertamente? Vuol dire che una frazione sempre più cospicua degli avezzanesi ha consapevolezza di questo modo di fare politica? C’è quindi speranza? Le forze politiche tradizionali hanno dato vita al consueto teatrino mostrando divisioni interne, lotte fra esponenti per interessi e scopi personali, continui cambi di posizioni, rimescolamenti, accordi annunciati e poi saltati. Il peggio che si possa fare. Ma come potrebbe essere altrimenti se sulla scena politica locale e nazionale non ci sono veri partiti ma al più grandi o piccoli centri d’interesse e o di potere?.

 

Redazione ilfaro24.it

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