Amatrice "aveva" un sindaco virtuoso: Sergio Pirozzi

Il paese di Amatrice, nemmeno 3000 anime in provincia di Rieti, è stato totalmente raso al suolo dal sisma del 24 agosto. A momento, solo lì, si contano più di 200 vittime. Eppure era uno dei borghi più belli d’Italia, nonché uno dei più virtuosi. Il suo primo cittadino, Sergio Pirozzi, di cui vi abbiamo già raccontato la storia in un precedente articolo, era un sindaco modello, attento all’eco-sostenibilità, alla valorizzazione dei prodotti tipici locali, alla sensibilizzazione ambientale. Lo scrive, sulla sua pagina facebook, Massimo De Maio, esponente di prim’ordine di Fare Verde, nonché attivista ed amico del Primo cittadino di Amatrice:

“Forse non tutti sanno che anni fa Sergio ha voluto che alla sagra dell’amatriciana si iniziassero ad usare solo stoviglie biodegradabili e compostabili e per questo ad Amatrice, ogni anno, non si producono montagne di plastica usa e getta. Quando sono andato per la prima volta ad Amatrice – racconta De Maio – già c’era una fontana di acqua pubblica alla spina. Si fa la raccolta differenziata porta a porta avviando al riciclaggio circa il 70% dei rifiuti urbani e c’è il compostaggio domestico. Grazie a Sergio, Amatrice ha un regolamento per i prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) per valorizzare i prodotti tipici locali”.

“Con Sergio Sindaco – continua l’esponente di Fare Verde – abbiamo fatto educazione e sensibilizzazione ambientale nelle scuole e tra i cittadini. Una delle ultime cose che abbiamo fatto insieme è stata una distribuzione gratuita in tutti i bar e le tabaccherie di Amatrice di portacenere tascabili. Contemporaneamente, fu lanciata una campagna di informazione e furono innalzate le multe per chi butta i mozziconi per terra”. Cose che non si vedono in tutti i Comuni, eppure ad Amatrice succedeva questo.

“Tutto questo non può finire sotto le macerie. L’Italia ha bisogno di comunità virtuose e capaci di futuro come quella di Amatrice.
Lì, tra le sue bellissime montagne, Amatrice ci stava dimostrando che i territori interni e montani, considerati per decenni “depressi” e “marginali”, possono essere il laboratorio di eccellenze, di economie nuove, leggere e sostenibili. Amatrice ci stava indicando la strada verso un’Italia migliore.

Per questo – ha concluso De Maio – oggi dobbiamo, tutti insieme, dargli una mano per rialzarsi e continuare il suo cammino. Per questo, da domani, dobbiamo rimboccarci le maniche per ricostruire, insieme a Sergio e alla sua comunità, Amatrice più bella e più virtuosa di prima”.

Redazione ilfaro24.it

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