ANGELO IANNI: CONVENTI FRANCESCANI IN TERRA DI CELANO

di Angelo Ianni

Il Convento Di Santa Maria Valleverde

Le origini del convento di Santa Maria Valleverde risalgono alla metà del Quattrocento. I lavori furono portati a compimento nei primi anni del Cinquecento nel contesto della diffusione in Abruzzo del movimento francescano dell’Osservanza. Conti Lionello Acclozzamora e Iacovella (Cobella) Berardi decisero di costruire il convento donando il sito “luogo sufficiente” in una zona ricca di vegetazione e sorgenti d’acqua. Di questo progetto testimonia la lettera che Lionello scrisse il 6 agosto del 1455 a Giovanni da Capestrano. Alcuni decenni dopo i Piccolomini, nuovi signori della contea di Celano, ottennero relativa licenza il 26 agosto del 1504 per la costruzione del complesso religioso, chiesa e ampio convento.

Qualche anno più tardi la fabbrica era conclusa, come indicano il portale della chiesa e una campanella con monogramma bernardiniano e scritta Ave Maria gratia plena, Dominus tecum datati 1509 e il coro ligneo con data 1510.

La prima comunità religiosa dimorante nel convento era costituita da Francescani dell’Osservanza. Nel 1593 subentrarono i Francescani della Riforma o della “più stretta Osservanza”, fino al 1897, anno in cui papa Leone XIII ne decretò l’unione sotto il nome di Ordine dei Frati Minori.

Nel Quattrocento, a Celano, un convento dedicato a San Francesco già esisteva.
La chiesa di San Francesco con annesso convento dei Frati Francescani Conventuali
La chiesa di San Francesco con annesso convento venne fondata nel 1345 per ricordare la presenza del santo di Assisi a Celano.
Fu edificata ai margini del secondo recinto della “Cittadella”.

Facciata della chiesa di S. Francesco e cisterna cinquecentesca in via Michele Carusi
A partire dal 1350 il Convento di San Francesco ospitò diversi frati famosi per santità e dottrina: Fra Sabino di Celano Minorita, Fra Bonaventura di Celano scrittore e teologo, il Provinciale Padre Silvio Di Benedetto e il P. M. Cornelio Carboni di Celano maestro di teologia.
Il convento, soppresso nel 1809 dalle leggi napoleoniche, non fu più riaperto.

Il chiostro del convento di Santa Maria Valleverde

Il chiostro, a base rettangolare, è realizzato con solidi pilastri in pietra ornati con riccioli, foglie, croce e luna falcata dei Piccolomini. Il lato sopra l’ingresso è ingentilito da un portico superiore.
Sulle pareti interne, su cui in passato poggiavano le volte formando le lunette, si trova una galleria di ritratti di francescani illustri.

La prima ritrae San Francesco e dodici suoi compagni, un’altra è dedicata all’Immacolata, in un’altra ancora è rappresentata la scena di San Francesco che riceve le stimmate accanto ad una chiesa e una grande cupola e campanile simili alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli in Assisi.
Al centro del chiostro si trova una fontana a forma circolare, dove nel 1963 fu posta una statua del Poverello di Assisi.

La biblioteca di Santa Maria Valleverde

Fin dalle origini il convento di Santa Maria Valleverde fu dotato di una discreta biblioteca.
Da un inventario del 1600 la biblioteca risultava fornita di 160 volumi di cui 53 “ad usum commune” e 107 “ad usum fratrum”.
Successivamente entrò in essa la collezione Pietro Antonio Corsignani donata dagli ultimi eredi. Al momento della soppressione degli Ordini Religiosi del 1811, la biblioteca conteneva 357 titoli.

Nel 1982, preceduto dall’opera di Padre Anacleto Marulli diviene direttore Padre Osvaldo Lemme che con la preziosa collaborazione di Liborio Merolli ha avviato la biblioteca a un notevole incremento, sia con l’acquisto di volumi, sia con donazioni di privati.
Sistemata nei locali del piano superiore del convento, è ricca di 100.000 titoli, di alcuni volumi preziosi e rari e di numerosi autografi di personaggi illustri.
La biblioteca è molto frequentata da ricercatori, studiosi e studenti, anche di Università di altre regioni rappresentando, con l’annesso archivio, una realtà importante.

Il refettorio

Il refettorio è costituito da un’aula decorata da affreschi nella parte di fondo. Nella scena centrale l’autore ha raffigurato l’Orazione nell’Orto degli Ulivi ispirandosi al paesaggio di Celano.
Si intravede in lontananza il castello di Celano, in alto Gesù prega e nel mentre gli appare un angelo, in basso i tre apostoli addormentati: Pietro, Giacomo e Giovanni. Le altre due scene raffigurano l’Ultima Cena con monumentali colonne tortili e Il Bacio di Giuda che richiama l’analoga scena della cripta della chiesa.

Soppressione dei conventi disposta da Gioacchino Murat
Santa Maria Valleverde fu risparmiata dalla soppressione dei conventi disposta da Gioacchino Murat nel 1811 per la ragione che la chiesa di Santa Maria Valleverde fu considerata parrocchia sussidiaria di Ovindoli per gli abitanti dei casali vicini.

Fu poi fatale la soppressione dei religiosi decisa dal Nuovo Regno d’Italia nel 1866 che colpì anche i Francescani Cappuccini dell’altro Convento di San Cristoforo.
Il Convento di San Cristoforo sorgeva presso la selva dove oggi si trova il cimitero di Celano. Questo terzo convento francescano era stato fondato nel 1587 dalla contessa Costanza e sua madre Silvia della famiglia Piccolomini. Fu chiuso nel 1866, anche se i frati rimasero fino al 1882.

Tommaso Brogi nel 1900 scriveva: ” Verso levante per la distanza di circa tre quarti di miglia vi è monastero con chiostro e dormitori, vi è buon pezzo di boschetto arborato di querce, e anche tengono giardini murati ed arborati di diversi arbori, anche con li funesti cipressi. In detto monastero vi stanno da sette in otto Cappuccini fra sacerdoti e laici e tutti vivono con la questua di altri luoghi vicini “. Tommaso Brogi, La Marsica antica, medievale e moderna fino all’abolizione delle feudalità (Roma 1900).

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