Cambiano le abitudini dello shopping dopo il Covid-19

Le abitudini tradizionali di acquisto si stanno fratturando a livello nazionale, mentre i consumatori italiani si trovano ad affrontare l’incertezza sull’impatto del nuovo coronavirus (COVID-19).

Stando ai dati rilasciati dal Ministero della Salute, ad oggi l’Italia occupa il 17° posto nella classifica mondiale per numero di contagi. I recenti sviluppi della curva epidemiologica stanno facendo riflettere nuovamente gli italiani sugli effetti economici a breve e a lungo termine, specie ora che si prevedono nuove restrizioni all’orizzonte

Le prospettive dei consumatori sono cambiate di conseguenza. 

Secondo i dati ISTAT l’indice di fiducia dei consumatori era tornato a salire nel mese di settembre, passando da 101 a 103. Tale dato ha trovato conferma nei servizi di mercato che hanno registrato un aumento degli ordini e un incremento dell’andamento degli affari. Ciò sembra far credere ad una lenta ma inesorabile ripresa, ma in realtà basta leggere i dati riguardanti il commercio al dettaglio, dove gli scenari sono leggermente differenti. Mentre recuperano i giudizi sulle vendite, le relative aspettative sono in calo, la fiducia dei consumatori riguardo la grande distribuzione continua la sua discesa, mentre è in forte risalita quella che concerne la distribuzione tradizionale.

Purtroppo ora la situazione sembra destinata a cambiare, dato che gli analisti immaginano un nuovo ribasso per ottobre e novembre.

“Con l’evolversi delle restrizioni e delle norme sociali, in risposta al COVID-19, i consumatori stanno adeguando i loro comportamenti e ritornando alle attività più casalinghe, come il cucinare, guardare la TV, navigare su internet ed allenarsi in casa”, ha spiegato Marcello Brunaldi, creatore del portale di guide e recensioni ai migliori prodotti Nnhotempo.it. “Questi cambiamenti creano la necessità per i brand di esplorare nuovi modi per andare incontro ai consumatori e alle loro rinnovate abitudini”. “Se il lockdown della primavera 2020 non avesse ancora insegnato qualcosa alle aziende, ci sarà probabilmente una seconda occasione per riscattare il tempo perduto”.

Secondo diversi sondaggi condotti da marzo ad oggi, la maggior parte delle persone spende dal 4% al 6% in meno a causa della situazione coronavirus. I consumatori stanno riducendo la spesa del 40-50% per servizi come i ristoranti, l’intrattenimento nei cinema e nei teatri, la palestra e le spa. Tuttavia, le indagini hanno rivelato un buon aumento della spesa per voci come l’elettronica di consumo e il take-away.

“La spesa mensile degli italiani sta crescendo in molte altre aree, come mostrano i dati sui flussi di visite di Nnhotempo.it”, dice Marcello Brunaldi. Tra gli aumenti, si distingue il settore del fitness, grazie a cyclette, tappetini e attrezzi ginnici si è arrivati ad un 20-30% di crescita. Scontato è stato l’incremento delle vendite per la categoria dei piccoli elettrodomestici da cucina, come pentole elettriche, frullatori e impastatrici, con un + 15-25%. Stesso discorso per l’intrattenimento domestico, dove videogames e piattaforme streaming hanno aumentato le vendite del 15-20%.

“Anche nel settore alimentare, i consumatori stanno iniziando a fare la spesa in maniera diversa”, ha sottolineato Brunaldi. “La spesa online potrebbe raggiungere il 30% del totale per i soli generi alimentari, se la pandemia di coronavirus peggiorerà nei prossimi mesi; mentre la spesa online per i prodotti non alimentari, in questo scenario, potrebbe raggiungere addirittura il 40%”.

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