I cani da valanga: angeli a 4 zampe

Sono conosciuti come cani da valanga o del soccorso alpino: sono cani speciali che con il loro fiuto riescono a salvare centinaia di vite sepolte sotto valanghe o sotto macerie causate da frane e terremoti.
Sono loro, insieme ai propri amici umani, che rappresentano l’eccellenza, il perfetto affiatamento che nasce dalla collaborazione uomo-cane. In principio venivano utilizzati soprattutto i San Bernardo (classici dei film di un tempo), ma oggi le unità operatrici utilizzano soprattutto i Pastori belga dall’olfatto infallibile, i Labrador ed i Pastori tedeschi.

Ma più che ad una razza specifica si bada a determinate caratteristiche fondamentali che li rendano adatti a questo tipo di lavoro e al difficile addestramento.

L’addestramento alla ricerca di dispersi inizia fin dai primi mesi di vita, con giochi adatti ad accrescere queste capacità e che li rendano pronti a tutto. Sono cani dotati di un coraggio particolare, abituati a lavorare su terreni impervi e ad arrampicarsi sulla roccia con l’imbracatura, pronti a seguire il proprio conduttore ovunque, perfino a farsi calare da un elicottero per arrivare dove i soccorsi non arriverebbero altrimenti.

L’utilizzo dei cani nelle squadre del Soccorso alpino italiano risale all’aprile del 1960 in Alto Adige, quando un giovane meticcio si mise a scavare ed abbaiare nel punto in cui l’anno precedente era caduta una slavina. Il compagno umano, incuriosito dall’atteggiamento dell’amico peloso, lo aiutò a scavare e con stupore rinvennero il corpo del parroco che in tanti avevano cercato a lungo. Da questa esperienza iniziò un percorso di formazione che porto nel 1966 in Alto Adige,nella cittadina di Solda, alla creazione del primo corso nazionale per unità cinofile.

 

Lamberto Pascucci

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