L’INCUBO DELL’ESTATE, LA PROCESSIONARIA

Effetti indotti dal contatto dei peli urticanti con pelle e mucose

La processionaria è un parassita che può risultare molto pericoloso per la sopravvivenza di varie specie arboree. Le specie maggiormente conosciute e diffuse in Italia sono la processionaria del Pino e la processionaria della quercia. In particolare, negli ultimi anni, la processionaria del pino ha riscosso un successo mediatico notevole in Italia, quando il clima eccessivamente caldo ha portato a invasioni di questo animale in numerose città.La processionaria è un artropode appartenente all’ordine dei lepidotteri e alla famiglia delle Notodontidae. Gli esemplari giovani di processionaria del pino si presentano come larve di lunghezza compresa fra i 3 e i 4 centimetri. Queste larve sono ricoperte da una serie di peli urticanti che si possono staccare facilmente in seguito al contatto con l’animale, ma che possono essere facilmente staccati e trasportati anche dal vento. Entrando nella fase adulta, invece, la processionaria subisce una metamorfosi e si trasforma in una sorta di falena, la cui vita è piuttosto breve (pochi giorni). Gli esemplari adulti di processionaria – una volta compiuta la metamorfosi che avviene sotto terra – emergono dal terreno durante i mesi estivi (giugno – luglio). Poco tempo dopo, le femmine cercano le piante adatte per deporre le uova (nel caso della processionaria del pino, le femmine prediligeranno i pini; mentre nel caso della processionaria della quercia, le femmine opteranno per le querce). Una volta individuata la pianta giusta e scelto il ramo, in seguito alla fecondazione, le femmine depongono le uova in un unico ammasso che ne può contenere fino a 300. Generalmente, la deposizione avviene verso la fine di agosto. Le larve di processionaria sono molto voraci fin dalla nascita e si nutrono delle foglie della pianta su cui sono nate. A causa di questo comportamento, la processionaria causa il defogliamento dell’albero. Non a caso, questo animale è considerato come il defogliatore dei pini più temuto e pericoloso. Generalmente, la processionaria attacca preferenzialmente il pino silvestre e il pino nero, ma può svilupparsi anche su altre specie di pino e, nelle aree urbane, colonizzare e nutrirsi anche dei cedri. I periodi dell’anno in cui la processionaria provoca i maggiori danni alle piante sono la primavera (soprattutto nei mesi di marzo e aprile, quando le larve riprendono la loro attività) e l’inizio dell’autunno (in particolare nel mese di ottobre). Le larve di processionaria, nutrendosi delle foglie degli alberi, provocano un grave indebolimento nelle piante che si trovano così più facilmente esposte all’attacco di parassiti  secondari e al rischio di morte.

La processionaria non è dannosa solo per il mondo vegetale, ma anche e soprattutto per il mondo animale. I peli urticanti della processionaria, infatti, si separano facilmente dal dorso dell’animale, o per contatto diretto, o per contatto indiretto, trasportati semplicemente dal vento.

I peli urticanti possiedono una conformazione fisica tale da facilitarne l’aderenza a pelle, mucose e abiti.

Il contatto della pelle con i peli della processionaria provoca un’immediata reazione cutanea che si manifesta come un’eruzione dolorosa e pruriginosa. Analogamente, se i peli entrano in contatto con le mucose, scatenano un’immediata reazione irritativa e infiammatoria. Ad esempio, in caso di contatto oculare si manifesta una congiuntivite; se poi i peli riescono a penetrare in profondità nell’occhio, vi è il rischio d’insorgenza di una grave infiammazione che – se non trattata – può portare addirittura alla cecità.

Il quadro sintomatologico si complica e si aggrava nel caso in cui i peli urticanti della processionaria vengano ingeriti o inalati.

In caso di ingestione, infatti, si assisterà alla comparsa di una grave infiammazione della bocca e della mucosa gastroenterica associata a aumento della salivazione, vomito e dolore addominale.

In caso di inalazione, invece, si assisterà all’irritazione e all’infiammazione delle vie respiratorie con comparsa di starnuti, mal di gola, difficoltà di deglutizione e difficoltà respiratorie dovute a broncospasmo.

Il rischio di ingestione o inalazione dei peli urticanti è particolarmente elevato in animali come cani e cavalli che, annusando il suolo o brucando l’erba, possono inavvertitamente inalare/ingerire i suddetti peli.

Negli individui particolarmente sensibili e predisposti, il contatto con i peli della processionaria può causare lo shock anafilattico, una gravissima reazione allergica che si può manifestare con sintomi quali orticaria, edema, ipotensione, difficoltà respiratorie, vertigini e perdita di coscienza. Nei casi più gravi, lo shock anafilattico può condurre anche alla morte.

Nel caso di ingestione della processionaria da parte di un cane, il primo ed evidente sintomo è rappresentato dall’abbondante e improvvisa salvazione, seguita dal rigonfiamento della lingua che può portare addirittura al soffocamento. A causa della violenta infiammazione, se non s’interviene prontamente, i tessuti che compongono la lingua possono andare incontro a necrosi, con conseguente perdita di porzioni della stessa.

Altri sintomi dell’avvenuto contatto con la processionaria sono la febbre, la perdita di vivacità, il rifiuto del cibo e la comparsa di vomito e diarrea emorragica.

In caso di inalazione, fenomeni simili si possono verificare a livello del naso e della sua mucosa, associati a difficoltà respiratorie.


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