NATALE IN ABRUZZO : ANTICHE TRADIZIONI PERDUTE – IL RITO DEL CEPPO

Sono molte le zone d’Abruzzo nelle quali si svolgeva questo rito, che consiste nel bruciare un ceppo, scelto già al momento della provvista della legna, e farlo ardere, con l’aggiunta di altra legna nel corso dei giorni, dalla sera della Vigilia alla notte di Capodanno.

Il rito coinvolgeva tutta la famiglia, che al momento di porre il ceppo (anche detto “tecchie”) all’interno del camino, recitava in coro: “Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane. Ogni grazia di Dio entri in questa casa. Le donne facciano figlioli, le capre capretti, le pecore agnelletti, abbondi il grano e la farina e si riempia la conca di vino”; dopodiché i bambini divenivano i protagonisti, cantando “Ave Maria del Ceppo”, una filastrocca che aveva il potere di far trovare loro qualche regalino la mattina successiva (un frutto, una bambola fatta con la lana di qualche vecchia maglia…ci si accontentava di poco).

Il ceppo ardente chiaramente simboleggiava l’anno che lentamente si consumava e portava con sé tutto ciò che di negativo era accaduto.

Quando poi, la mattina di Capodanno, il fuoco si spegneva, i carboni venivano riaccesi e la cenere, considerata sacra, veniva sparsa tra le zolle per rendere la terra più fertile. 

 

(Cicchetti Ivan)

 

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