TERAMO – LA LAPIDE DELLE ” MALE LINGUE “

La lapide teramana detta delle “male lingue” o delle “lingue trafitte” è un bassorilievo in pietra del XV secolo, che si trova nella città di Teramo.

Il bassorilievo raffigura due volti di profilo che si fronteggiano, entrambi con le lingue sporgenti e trafitte da un compasso aperto; la lapide, a forma di scudo, è sormontata da un cartiglio, pure in pietra, sul quale è inciso il motto “A lo parlare agi mesura” (Misura le parole). Le teste appaiono sormontate da due lettere, certamente una “M” (sulla destra) e forse una “Y” (sulla sinistra). Al di sotto dei due profili si trova un piccolo scudo sormontato da una doppia croce.

La pietra era un tempo murata sulla facciata di una casa medievale sita in Teramo, lungo il corso di “Porta romana”, e appartenuta in origine a un esponente della famiglia di Antonello De Valle o, comunque, a un partigiano della sua fazione. Secondo il Muzii, nel Cinquecento era passata in proprietà della famiglia Bevilacqua (o Vivilacqua) e, successivamente, al tempo del Palma, alla famiglia di Francesco Principe. All’inizio del Novecento la proprietà era dei Cavacchioli quando fu acquistata dal Municipio che pensava di restaurarla. Tuttavia, nel mese di maggio del 1928 la casa giunse sul punto di crollare. Si decise così di “smontarla” e di numerare le pietre della facciata, con l’intenzione, poi non attuata, di ricostruirla altrove. Al momento della demolizione, la lapide smurata, fu presa in consegna dal bibliotecario Luigi Savorini  che la fece esporre nella sala dei cataloghi della Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico  dove rimase fino all’inizio degli anni settanta.

Oggi la lapide è collocata nella sala consiliare del Municipio di Teramo.

 

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