Berlino, familiari di Fabrizia in Germania per il riconoscimento. Abruzzo in lutto

Era giovane, amava la vita. Fabrizia era andata al mercatino natalizio per acquistare dei regali da riportare a casa, sarebbe tornata a Sulmona domani. E invece a Sulmona, molto probabilmente non ci tornerà mai più. Le speranze sono davvero sottili, così come ha già dichiarato suo papà.

Gli elementi sono troppi: Fabrizia non si è presentata a lavoro la mattina dopo l’attentato ed il suo telefono è stato ritrovato nel luogo dove l’altra sera, tra le bancarelle dei mercatini, un camion ha ucciso 12 persone e ferite circa 50.

La madre Giovanna e il fratello Gerardo sono partiti subito per la Germania per essere sottoposti all’esame del Dna, saranno poi raggiunti anche dal papà.

Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, era un cervello in fuga, una della generazione Erasmus. Un bagaglio scolastico invidiabile, diverse le esperienze all’estero, tra relazioni internazionali, lotta alla discriminazione e comunicazione economica.

Molteplici le reazioni da parte dei personaggi della politica e della cultura, tra chi conserva ancora un briciolo di speranza e chi invece si arrende all’evidenza.

L’attentato di Berlino coincide, purtroppo, con le tristi dichiarazioni del Ministro Poletti, che ha detto testualmente, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti: “Centomila giovani in fuga? Conosco gente che è bene non avere tra i piedi”.

Ha chiesto scusa il Ministro ma non basta, non basterà mai. Non è certo colpa sua se Fabrizia si trovava lì, ma il giornale del figlio del Ministro, in 3 anni, ha ricevuto mezzo milione di euro di finanziamenti pubblici.

Certo è che, Poletti Junior, la necessità di andare a lavorare all’estero non ce l’avrà mai.

 

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