Bilanci comunali: ultima chiamata per uscire dalla crisi

È NECESSARIO RECUPERARE IL GAP STRUTTURALE DEI BILANCI DEI COMUNI PER PORRE LE BASI PER UN REALE SVILUPPO URBANO.

Il primo trimestre dell’anno è tra i più delicati e complessi per la gestione amministrativa e politica dei Comuni ovvero siamo nella fase di predisporre il “bilancio di previsione” 2022/2024, termine ultimo  che con Decreto del Ministero dell’interno del 24 dicembre pubblicato in GU n 309 è stato differito al 31 marzo 2022. I Bilanci comunali non godono di buona salute e vedono il 15% dei Comuni italiani sull’orlo del dissesto finanziario. La crisi riguarda buona parte Comuni del Centro-Sud Italia. Proviamo a comprendere meglio questo delicato momento con l’arch. Giancarlo Asilo, Direttore commerciale della soc. ERAMUS S.r.l., società specializzata nell’ottimizzazione dei processi di riscossione dell’Ente.

Periodo delicato arch. Asilo per gli ENTI LOCALI, è possibile uscire dalla crisi sistemica dei bilanci che i Comuni attraversano e con quali soluzioni?

La risposta è SI, si può uscire dalla crisi sistemica dei bilanci comunali, con “quali soluzioni”, la domanda merita una risposta più approfondita che non è possibile articolare in poche righe. In breve da quello che viviamo quotidianamente, posso solo affermare che sarebbe auspicabile una maggior “esperienza” in chi deve dare “l’indirizzo politico” alla macchina amministrativa e, contestualmente, operare per l’ammodernamento di quest’ultima per incrementare il livello qualitativo dei servizi erogati a favore di cittadini e imprese. Questo però deve cambiare la tendenza delle amministrazioni, dove i documenti di programmazione partano da un’attenta e puntale analisi del passato e del presente; dobbiamo cominciare a darci obbiettivi analizzando i dati (e quindi il passato) ed il contesto sociale attuale.

Quale il compito di un’azienda come ERAMUS per meglio supportare i Comuni in questa delicata fase gestionale?

La mission aziendale è quella di continuare ad alimentare la crescita della ERAMUS sulla “competenza” delle risorse impegnate a qualsiasi livello e sulla massima “qualità” dei servizi erogati, questo anche grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, che abbiamo sviluppato nel corso degli anni. Ci poniamo come valido e referenziato interlocutore del Comune per fornire soluzioni data-driven per meglio gestire i dati, orientate in primis a un efficientamento delle “Entrate” per recuperare il gap strutturale dei Bilanci e, successivamente, per ottimizzare l’organizzazione interna dell’ENTE.

Quali soluzioni proponete per ottimizzare i flussi finanziari dell’ENTE?

Principalmente siamo orientati ad attività di supporto alla riscossione verso l’ufficio tributi e ad attività di supporto verso il Comando di Polizia Locale proponendo soluzioni, attraverso attenti e scrupolosi studi di fattibilità, eseguiti esclusivamente a titolo gratuito per l’Ente, che sono orientati al miglioramento delle performance di riscossione e quindi dei relativi bilanci. La minaccia principale per i bilanci comunali è costituita dal cosiddetto FCDE (Fondo crediti di dubbia esigibilità) che ormai ammonta complessivamente nei bilanci comunali italiani a 4,9 miliardi di euro, circa 80 euro per abitante, il 7,6% degli accertamenti totali. Dentro troviamo tutto: tari, multe non riscosse, IMU ed altre entrate di altra natura.

E’ qui che le amministrazioni locali devono lavorare, operando anche parallelamente all’incrementare della base imponibile su cui poggia la spesa corrente dell’Ente.

Domanda tecnica di mercato: voi ERAMUS siete una società di supporto alla riscossione che ha presentato iscrizione la MEF, quale le differenze che vede con i “Concessionari della riscossione”?

Dal nostro punto di vista con l’impossibilità di riscuotere tasse e imposte su conti correnti intestati al “Concessionario”, provocatoriamente direi che tutte le attività svolte presso l’ufficio tributi sono da considerarsi a “supporto” e pertanto diventa anacronistico parlare di un dualismo tra le società iscritte all’ ”Albo dei concessionari” e le società iscritte (meglio dire che hanno fatto richiesta di iscrizione) alla “sezione separata dell’Albo per le attività supporto” (NDR : “sezione separata” mai decollata per mancanza di un Regolamento).

Per optare a favore di un’attività svolta all’ “interno” dell’ENTE e non affidarla in “concessione” non è secondario il fatto che una gestione internalizzata delle attività di accertamento IMU e TARI  produce anche un ritorno economico per i dipendenti comunali che partecipano all’attività in misura massima del 15% del trattamento tabellare annuo lordo individuale, questo in relazione a quanto indicato nell’art. 1 , comma 1091, della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, non applicabile qualora il servizio di accertamento fosse affidato in regime di “concessione”.

Un mercato orientato sui “Piccoli Comuni” o “Grandi Comuni”?

Come ERAMUS gestiamo servizi di supporto verso i più importanti Comuni laziali e anche in “Piccoli Comuni”. Strategicamente ci stiamo orientando a offrire soluzioni verso i “Piccoli Comuni” dove è possibile anche sperimentare soluzioni innovative. Prossimamente organizzeremo un grande evento da svolgersi nel mese di giugno proprio per inquadrare al meglio le problematiche che attraversano queste piccole e importanti realtà territoriali e sarà l’occasione per presentare soluzioni innovative sia nell’ottica dell’efficientamento dei Bilanci ma anche nell’ottica PNRR per sfruttare al meglio le opportunità che verranno messe a disposizione dei “Piccoli Comuni”.

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