CELANO: da Cele e San Vittorino passando per la Domus Romana, per il Castrum Oretino, poi al Castrum su Monte Tino e finalmente arrivare al colle San Flaviano.

Celae; B Castello di Foce; C- Rocca di Foce Secine; D- San Vittorino in Telle; E- Villa Romana di Lucio Vero; F – Castrum Oretino; G – Castrum Celano; H – Fortificazioni della Serra; I- Celano odierno.

Cominciamo con il dire che le più antiche presenze umane nel territorio di Celano sono documentate a partire da 18.000 anni fa, l’uomo comunque, anche se con presenze stagionali legate alla caccia, già occupava anche se non stabilmente questi territori da 150 .000 / 70.000 anni fa. Senza prolungarci nel periodo Paleolitico superiore-Mesolitico e Neolitico, ci occuperemo in questo studio di un periodo che va da quello Italico Romano ai giorni nostri, parlando solo ed esclusivamente delle aree abitate stabilmente dagli Antenati Celanesi.
Siccome della storia di Celano c’è stato un notevole parlare e scrivere, ed i più si sono chiaramente soffermati sul periodo Medioevale con la presa di Celano da parte di Federico II per poi parlare della nascita del nuovo ed ultimo insediamento con il castello su Colle San Flaviano, porterò un mio contributo soffermandomi su alcuni studi che completano questo enorme puzzle, dando un’idea più chiara e per molti inedita circa gli insediamenti che hanno fondato i nostri Antenati, insediamenti sui quali non si sono soffermati o addirittura non ne hanno parlato in molti e qui completo:
Nel periodo Italico Romano I vecchi villaggi dell’età del bronzo vengono abbandonati, e si ha un inizio di incastellamento non dovuto solo ai cambiamenti climatici, ma anche all’aumento della conflittualità umana e la nascita di nuclei maggiormente popolati e quindi con maggiore necessità di terra ed animali. Gli Antenati Celanesi occupano dapprima con i primi Ocres Caela (Cele di Aielli con la fortezza di Monte Secine), in un periodo immediatamente successivo con accavallamento, si spostano anche su Monte San Vittorino (forse “Tallia” – Grossi). A scopo difensivo anche l’altura della Serra e “Monte Faito” (Fagitula ?) di S. Potito.

 

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Autore: Giancarlo Sociali

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