ENZO DECARO E ANTONELLA A L’AQUILA CON LA DANZA SUL LABIRINTO

LA DANZA SUL LABIRINTO.

Dialogo a due voci con Enzo Decaro e Antonella Ciccozzi. 

L’Aquila. “La danza sul labirinto”: un evento originale, un Dialogo a due voci, che coinvolge la arpista Antonella Ciccozzi, il noto attore Enzo Decaro e la scrittrice Maria Grazia Lopardi,  è in programma domenica 18 marzo all’Auditorium del Parco con inizio alle ore 18 nell’ambito del cartellone della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”.

Il labirinto e la danza sono elementi che rimandano al mito, all’antico e al favoloso mondo dell’immaginario. Nessuno strumento più dell’arpa evoca gli antichi cantori e le storie da loro raccontate e tramandate. Con brani tratti dal repertorio e con cenni di improvvisazione l’arpa dialoga con la voce, sostiene, ispira il testo, a volte, fondendosi con esso, per far rivivere il mito attraverso un’unica vibrazione.

La arpista aquilana Antonella Ciccozzi, musicista sensibile e attenta al repertorio per arpa, sia nel recupero di pagine poco frequentate, sia nell’esplorazione di nuove composizioni e sonorità, già docente al Conservatorio di Ferrara, condivide questo originale progetto con l’attore Enzo Decaro, artista noto al pubblico del teatro e della televisione italiana. Insieme conducono gli spettatori in questo viaggio, attraverso un dialogo suggestivo e coinvolgente.

I testi sono tratti dalle pubblicazioni: “La danza del labirinto: l’in-canto unico della vita” di Maria Grazia Lopardi e Chiara Mastrantonio e “La Divina Commedia e il simbolo nascosto” di Maria Grazia Lopardi.

I brani musicali avranno inizio da Johann Sebastian Bach per procedere con altri di vari autori quali Luigi Maurizio Tedeschi, Carlos Salzedo, Michel Tournier, Goffredo Petrassi, Berardo Mariani, Benjamin Britten, Aram Katchaturian e improvvisazioni. 

“Ma il labirinto è anche simbolo dell’aldilà e del pellegrinaggio e Dante, nella sua Commedia, ne richiama il disegno spiraleggiante e la valenza simbolica. Dallo smarrimento nella selva oscura in cui il centro è perduto, attraverso un cammino doloroso di consapevolezza, il pellegrino perviene all’amor che move il sole e l’altre stelle” (M.G.Lopardi).

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