FC UNITED E NUOVA 17. ORLANDI DIFENDE I SUOI E PARLA DI GARA ALL’INSEGNA DELLA CORRETTEZZA, AMICIZIA E DI RISPETTO VERSO IL DIRETTORE DI GARA

Fc United e Nuova 17, dopo una partita giocata ad alto livello agonistico, tutti insieme a rafforzare l’amicizia dopo i 90 minuti di gioco. Si sa le partite di calcio riservano sempre momenti anche concitati, come avvenuto tra il Fc Iunated e Nuova 17, partita finita 0-0.

Nel corso della gara, un episodio, sanzionato con un cartellino rosso, Ottaviano Di Vito (United Capistrello) squalificato per tre giornate. L’arbitro ha riportato sul referto, che il calciatore ha colpito violentemente con una testata un avversario, fatto riportato sulla stampa. Ma come si diceva prima, nel corso delle partite ci sono momenti anche concitati, fatti di episodi, peraltro sempre accettati da tutti. Questa volta però, mandare su tutte le furie il Presidente Tony Orlandi, il fatto che  qualcuno abbia pensato che si fosse trattato di un atto volontario e di cattiveria, gesto che non appartiene al ragazzo squalificato. “ La cosa che mi ha dato fastidio è che in alcuni casi si sia travisata la realtà dei fatti”, ha spiegato Orlandi. “ Non c’è stata alcuna testata, i due calciatori si sono spintonati, come accade sempre, uno è finito a terra l’altro, il nostro no. L’arbitro ha estratto il cartellino rosso convinto si fosse trattato di una testata ma così non è stato. Comunque ci può stare”, prosegue, “ gli errori li facciamo tutti tanto, che a fine gare con il direttore di gara ci siamo stretti la mano e con gli avversari abbiamo fatto insieme il terzo tempo con una buona birra, insomma, se ci fosse stato un atto così grave non penso che saremmo andati tutti insieme come facciamo sempre”.

Orlandi non ci sta a far passare i suoi ragazzi come quello che non sono, “ in terza categoria giochiamo per divertirci, la nostra è una passione figuriamoci se scendiamo in campo per fare la guerra è assurdo, anzi noi ogni volta ringraziamo arbitri e federazione, che con tanti sacrifici riescono comunque ad essere presenti e permetterci di giocare”.

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