INCONTRO ALL’EMICICLO CON I VERTICI AER (ASSEMBLEA REGIONE EUROPEE). PROPOSTE IN CAMPO CULTURALE E TURISTICO

 Nei prossimi tre anni la Sanità Abruzzese necessiterà di assumere, oltre la copertura del tournover e la stabilizzazione dei precari, altri 1000 operatori, dei quali  450 medici ed oltre 500 fra infermieri ed operatori sanitari.
    E’ quanto emerge dallo studio esigenziale , peraltro richiesto a tutte le Regioni dal Ministro della Sanità Grillo, che la Regione Abruzzo ha già definito: una delle prime regioni ad avere delineato  la fotografia esatta del fabbisogno delle piante organiche per i prossimi anni.
    Credo di poter affermare che nonostante gli enormi sacrifici imposti dal Commissariamento e dal piano di rientro, la Sanità Abruzzese funziona, con alta qualità delle prestazioni. Ciò grazie al “superlavoro” al quale quotidianamente si sottopongono tutti i suoi  operatori.
    Che la nostra Sanità funzioni e che nonostante i sacrifici terribili, dal 2014 ad oggi, sia migliorata di tanto, lo dimostra l’impennata dell’andamento dell’ indice dei Livelli Essenziali Assistenziali (LEA) che dai 152 punti del 2013 (il minimo è 160), nel 2017 ha raggiunto il valore di 202, che ci avvicina alle Regioni con il  miglior sistema sanitario.
    Chiaramente c’è ancora molto da migliorare, ma alcuni risultati sono particolarmente importanti.
    Dovendone segnalare uno, che comunque deve essere ulteriormente migliorato, è quello che si riferisce al sistema dell’Emergenza-Urgenza. Partendo dal postulato dettato dalle nuove frontiere della Medicina, oggi la questione centrale per il sistema sanitario è quella di assicurare al cittadino, in caso di emergenza, ovunque egli risieda o presenti il problema, il diritto e certezza di una diagnosi il più possibile orientata. E’ la diagnosi immediata o almeno un preciso orientamento diagnostico quello che permette di portare il paziente nella struttura più idonea a prestare le cure necessarie. Pensiamo alle grandi urgenze cardiovascolari, neurologiche, ai gravi traumi. La diagnosi la fa il medico che arriva subito. Ebbene nella nostra regione, delle 60 ambulanze a disposizione, ben 41 hanno il medico a bordo. Una garanzia di soccorso pronto ed efficace. Scelta che è stata dettata oltre che da una precisa valutazione sanitaria, anche dalla particolare orografia e distribuzione della popolazione in Abruzzo, soprattutto nelle aree interne.
    Sottolineo questo aspetto perchè è di ieri la tristissima notizia della giovanetta deceduta per un malore cardiaco a Chiavenna, in Lombardia, e soccorsa da un medico dopo 40 minuti, ormai troppo tardi. Lombardia, che ci era stata portata come esempio di organizazzione delle emergenze urgenze in un convegno organizzato dal Comune dell’Aquila qualche mese fa, ma che dispone di meno di dieci ambulanze medicalizzate per oltre 10 milioni di abitant!!
    Va tutto bene? No assolutamente, c’è ancora molto da fare, sia per organizzare secondo un nuovo modello la Medicina sul territorio, sia soprattutto per abbattere il più odioso dei problemi, quello delle liste d’attesa.
    E qui torna il problema del personale. Oggi abbiamo solo 3.098 medici ospedalieri, 5.636 infermieri, 862 operatori socio-sanitari.
    Almeno il 50% del problema liste d’attesa è riconducibile a questa situazione. Pochi medici, poco personale di assistenza negli ambulatori e servizi diagnostici.
    La regione Abruzzo, conscia del problema aveva già stanziato per quest’anno oltre 9 milioni di euro, per assicurare nuove assunzioni, oltre a farsi carico di garantire tournver e stabilizzazione dei precari. Ma queste risorse sono state tutte assorbite dal rinnovo del contratto del comparto.
    Ecco dunque che oggi la Regione Abruzzo chiede al Governo, io credo debba perchè ne ha il diritto-dovere, un investimento su nuovo personale pari a 40 milioni di euro per i prossimi tre anni. Lo chiede al Ministro pentastellato Giulia Grillo, che più volte, da parlamentare di opposizione , aveva denunciato come scandalo la carenza di personale negli ospedali italiani.
    Veniamo da anni difficilissimi nei quali, soprattutto in Abruzzo,  si è tirata la cinghia all’inverosimile, soprattutto sul personale, arrivando a risparmiare per esso, come dettato dal tavolo ministeriale per usciare dal Commissariamento, ben 38 milioni di costo sui 706 previsti.
    Ad oggi abbiamo un personale che si è eroicamente sacrificato tantissimo, ma che è anche di età media molto alta. Fare nuove assunzioni, mettere dentro giovani, serve tra l’altro ad assicurarne la formazione. Il settore della sanità è delicatissimo, e da sempre si sostanzia nel fondamentale ed imprescindibile passaggio, nei reparti ospedalieri, di esperienze e formazione, dai colleghi più anziani ai più giovani, siano essi medici che infermieri. Guai se non riuscissimo ad assicurare questo aspetto imprescindibile. Ebbene, il tempo stringe.
    Ho sempre pensato che insieme all’istruzione, la salute sia il diritto fondamentale che lo Stato deve assicurare a ciascun cittadino. Oggi i progressi della medicina sono tali che stiamo raggiungendo l’obiettivo di curare sempre meglio, ma soprattutto dare vita agli anni, e non anni alla vita.
    Il tema centrale quindi della prossima Legge di Bilancio del Parlamento e del Governo sarà quello di avviare questo processo, di invertire la politica dei tagli e cominciare ad investire sul capitale umano che abbiamo. L’Italia forma ottimi medici ed infermieri. Sono una grande risorsa che chiede di essere da subito valorizzata.
    L’Abruzzo, con grande sacrificio, il suo dovere lo ha fatto. Tocca ora a Roma, al Governo.

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