MARCO BELLOCCHIO SI RACCONTA ALL’AQUILA FILM FESTIVAL – ilfaro24.it

Torna a L’Aquila Marco Bellocchio regista, sceneggiatore e produttore cinematografico accolto da un pubblico di appassionati di tutte le età nella cornice dell’Auditorium di Renzo Piano, sfolgorante, come si deve nelle grandi occasioni. Leone d’argento nel 1967 a Venezia  per la regia del film La Cina è vicina. Orso d’argento nel 1991 al Festival internazionale del cinema di Berlino per il film  La condanna.IMG-20161116-WA0033  Premio d’onore nel 1999 per il contributo al cinema al Festival cinematografico internazionale di Mosca. Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2011.

A L’Aquila Film Festival, l’XI edizione, il regista, riservato ma generoso, si concede ai giornalisti ripercorrendo le tappe principali della sua carriera artistica. Regista  tra i più anticonformisti della storia del cinema italiano, si racconta con la capacità di raccontare ogni cosa in modo personale e  personale è un aggettivo che usa molto spesso. Sono passati cinquant’anni anni dall’uscita de I Pugni in tasca e quella voglia, mai velata, di raccontare la storia e la società da prospettive scomode e mai scontate non sembra dover finire. Dalla prima fase ribelle e antiborghese,  Nel nome del padre (1972) alla più recente nella quale affronta con uno stile personalissimo temi molto controversi della storia italiana recente, come il terrorismo Buongiorno notte (2003), dedicato alla prigionia di Aldo Moro e  l’eutanasia Bella addormentata (2013), dedicato al caso Englaro.  E c’è ancora  il rapporto con la madre al centro del suo ultimo film  Fai bei sogni tratto dal romanzo di Massimo Gramellini.

Si racconta il regista piacentino a chi lo intervista,  Massimo Fusillo, docente di Letterature comparate presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Chiede della nostra città, della ricostruzione dopo il terremoto. Parla di forza e fragilità dei suoi personaggi per spiegare il suo modo personale di raccontare la storia. Parla della sua amicizia con il maestro Carlo Crivelli, fondatore dell’orchestra “Città aperta” che a Fossa, piccolo paese a pochi chilometri dal’Aquila, che registra grandi colonne sonore.IMG-20161116-WA0034 E lo ricorda per la candidatura nel 1977 ai David di Donatello  per la colonna sonora del suo film Il principe di Homburg  e per il Premio Ennio Morricone, nel 2013, quale miglior compositore del film Bella addormentata.

Parla del cinema italiano e sottolinea, con interesse,  l’emergere di nuovi talenti, attori giovani che nonostante nuove forme di espressione e comunicazione dimostrano di avere una grande passione  per il  vecchio cinema.  L’appuntamento con Bellocchio si chiude con un prolungato ammirato applauso e con un graditissimo arrivederci.

 

L.P.

 

 


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