SANTE MARIE – riserva naturale Grotte di Luppa

La Riserva naturale regionale Grotte di Luppa è una area naturale protetta dell’Abruzzo, istituita nel 2005. Ricade totalmente per circa 435 ettari nel territorio comunale di SANTE MARIE in provincia dell’Aquila. La riserva prende il nome dalla grotta della val di Luppa, situata al confine del comune di Sante Marie con quello di Carsoli nella Marsica, tra i monti carseolani posti al confine dell’Abruzzo con il Lazio.

Nel territorio della riserva naturale controllata ricade l’inghiottitoio della Val di Luppa immerso tra i castagneti di cui è ricco il territorio montano di Sante Marie. I confini sono rappresentati a nord est dal tracciato della variante (denominata “quater”) della strada statale tib.valeria 5, arteria che permette di raggiungere l’area, e a sud ovest, dai rilievi di Colle Pagliare (1206 metri slm) e Pietra Pizzuta (1264 metri slm) che segnano il confine comunale.

Non distante dall’area protetta di Sante Marie si estende la riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca in un territorio ricco di importanti fenomeni carsici. In particolare a nord del monte Guardia d’Orlando, a circa 1.315 metri s.l.m. si apre l’inghiottitoio della Val di Luppa, una cavità nascosta tra la ricca vegetazione attraversata da un torrente sotterraneo.

L’origine del nome dell’inghiottitoio non è chiara, potrebbe essere collegata al nome dialettale dell’ Upupa, al termine latino “lapis” (ovvero “pietra”) oppure a “scyphus” (“scifo”, “vaso”). Di certo il toponimo “Uppa” o “Ippam” risulta citato in alcuni documenti ecclesiastici risalenti tra l’XI e il XII secolo e successivamente nelle opere Historiae Marsorum di Muzio Febonio, Memorie Istoriche delle tre Provincie d’Abruzzo di Anton Ludovico Antinori e in una carta della diocesi dei Marsi del 1735 di Diego (Didacus) de Revillas, in cui nell’area denominata Luppa appariva chiara una consistente circolazione idrica sotterranea. L’ingresso della cavità fu scoperto alla fine del 1800 da due escursionisti, Giovanni Voltan e Ignazio Carlo Gavini, molto attivi nella Marsica. Tuttavia le esplorazioni dell’area ebbero inizio soltanto alla fine degli anni venti del secolo successivo grazie al circolo speleologico romano guidato dal Carlo Franchetti. Furono esplorati inizialmente 400 metri, mentre negli anni successivi si arrivò ad avere una descrizione topografica di almeno 2000 metri.Il paesaggio vegetale è caratterizzato dalla presenza di castagneti, faggete e orno ostrieti. Oltre alla distribuzione preponderante di Castanea Sativa e Fagus Sylvatica nel territorio si trova anche l’Acer pseudoplatanus  e il Corylus avellana. La Fauna è ricca di animali, Upupe, poiane, ghiandaie, gazze, allocchi, civette, picchi, merli, fringuelli, volpi, faine, martore, lepri, scoiattoli, tassi,istrici e ricci. 

“la natura è la saggezza piu’ suprema, l’esser supremi non sempre è naturale” (Cicchetti Ivan)

 

( a cura di Cicchetti Ivan)

 

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