Sindaco rinviato a giudizio per aver assunto la moglie ai vigili urbani

Ovindoli. Hanno modificato delibere per assumere la moglie del sindaco ai vigili urbani. Con l’accusa di abuso d’ufficio sono stati rinviati a giudizio il sindaco stesso Pino Angelosante, il vicesindaco Marco Iacutone ed i consiglieri Berardino Polla e Carlo Bianchini, oltre al segretario comunale Cesidio Falcone. Secondo l’accusa, formulata dal pm Vincenzo Barbieri, i fatti risalgono a fine 2012 quando, per sostituire il comandante dei vigili andato in pensione a luglio 2011, sarebbero state eluse “le procedure previste dalla legge” che avrebbero consentito quindi alla moglie del sindaco di ottenere innegabili vantaggi rispetto alle altre persone in graduatoria. Il posto da ricoprire era inizialmente di categoria D, quindi gli imputati avrebbero modificato una delibera del 26 marzo 2012 disponendo l’assunzione di un dipendente di categoria C e nello stesso giorno il segretario Falcone avrebbe formulato una richiesta al Comune di Cappadocia per ottenere il nullaosta per lo scorrimento delle graduatorie di assunzione di un vigile, dove, di fatto, la moglie di Angelosante era prima in lista proprio nella categoria C.

La convenzione tra i due Comuni era stata sottoscritta anche da Iacutone, mentre Falcone era stato membro della commissione del concorso al Comune di Cappadocia del 13 dicembre 2008. Altra delibera contestata è quella del 18 dicembre 2012 in cui si formalizzava l’assunzione della moglie del sindaco.

Il sindaco di centrodestra Angelosante ha dicharato a Il Centro: «Riusciremo a dimostrare, anche in sede di udienza preliminare, che nelle procedure adottate è stata rispettata la legge». Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Milo, Leonardo Rosa, Franco Paolini e Stefano Guanciale.

D.D.N.

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