Il WWF: Punta Aderci non si trasformi da SIC a Sito di interessi privati

Si calcola l’impatto ambientale solo sui camion in entrata: in realtà il numero va raddoppiato

Con gli ambientalisti devono muoversi anche le realtà economiche fondate sul turismo

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La vicenda del parere positivo espresso nei giorni scorsi dall’Ufficio Urbanistico del Comune di Vasto in relazione alla Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) sull’impianto di produzione leganti idraulici della ES.CAL. s.r.l. (ex Vastocem) merita qualche riflessione. Bene ha fatto, intanto, il Comune a chiarire che tale parere positivo non implica una automatica approvazione e che l’iter è ancora alle fasi preliminari. Questo tuttavia non toglie che il parere positivo dia adito a non poche perplessità, in particolare per le motivazioni con le quali vengono di fatto considerate poco pertinenti le osservazioni presentate da associazioni ambientaliste e da altri soggetti interessati. Tali osservazioni, com’è nella logica della VINCA, segnalano le criticità, che sta ad altri risolvere. Confutarle semplicemente facendo riferimento alla consulenza ambientale che le osservazioni stesse confutavano appare più come un esercizio di dialettica che come un approfondimento tecnico.

Nel merito poi appare addirittura risibile la soluzione di limitare l’enorme impatto di circa 50 camion al giorno che trasportano 504.000 tonnellate l’anno di materia prima dal porto allo stabilimento semplicemente con l’obbligo per tali mezzi di procedere a 30 km orari. Una soluzione che nei mesi estivi, quando in quell’area c’è un enorme afflusso di turisti, peggiorerà addirittura la situazione anziché alleviarla per l’inevitabile rallentamento anche del traffico privato. È poi venuto in mente all’ufficio tecnico e al consulente che quei 50 camion una volta scaricato il materiale dovranno tornare indietro? Il calcolo sull’impatto ambientale andrà fatto su 100 viaggi, dando per scontato (cosa che tuttavia non è scontata affatto) che non debbano essere aggiunti altri mezzi per il trasporto del prodotto finito, degli scarti di lavorazione, ecc.

Tutto questo con l’aggravante dell’assenza di un quadro conoscitivo della intera zona industriale di Punta Penna.

La zona industriale è addossata alla Riserva Regionale di Punta Aderci, nonché al Sito di Interesse Comunitario IT7140108 e alla Via Verde. Una situazione delicata che meriterebbe ben altra attenzione, anche perché eventuali errori di valutazione potrebbero comportare danni di immagine e pesanti ripercussioni per una comunità che fonda sul turismo una parte fondamentale della propria economia. Le osservazioni di contrarietà delle associazioni, che entravano nel merito delle tante criticità già presenti in quell’area e di quelle aggiuntive che inevitabilmente si andrebbero ad aggiungere con l’impianto di insacchettamento di cemento sfuso di acquisto e macinazione di inerti della ES.CAL non sono state valutate a nostro parere con la dovuta attenzione. Il WWF per questo sta anche valutando con il proprio ufficio legale un eventuale ricorso alla giustizia amministrativa.

Occorre però che anche il territorio si muova: il prossimo obiettivo deve essere un tavolo di confronto non riservato soltanto alle associazioni ambientaliste ma aperto alle realtà economiche e a tutti coloro che si rendono conto come Vasto e l’intero Abruzzo devono guardare al futuro e non più a scelte economiche sbagliate che nulla o pochissimo portano alla comunità locale.

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