Amici miei: 41 anni dalla supercazzola

Amici miei è un film italiano del 1975 diretto da Mario Monicelli. Il film, che inizialmente apparteneva a Pietro Germi sopraggiunto dalla malattia nel 1974, racconta le avventure di cinque inseparabili amici d’infanzia, fiorentini, sulla cinquantina, che affrontano i loro disagi con scherzi a danno di malcapitati. Il titolo dovrebbe ricondurre a una sorta di testamento/addio al cinema di Germi:” amici miei, ci rivedremo, addio”. In questo contesto spunta la figura del conte Raffaello Mascetti, interpretato da Ugo Tognazzi, nobile decaduto che, dopo aver sperperato l’eredità sua e della moglie, è costretto a vivere, immerso nei ricordi del suo vecchio status, dell’ospitalità degli amici. Il conte è l’ideatore e il più grande interprete della supercazzola. La supercazzola è arte allo stato puro. Recita lo Zingarelli: “parola o frase senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l’interlocutore”. Il sapiente connubio, all’interno di una frase, di parole, di senso compiuto e non, unite e recitate con un fare forbito, elegante e sicuro di se. La favola di amici miei, compresa di modus vivendi, è uno dei più grandi lasciti del cinema moderno che ci insegna a non prendere la vita troppo sul serio abbandonandoci, invece, alle varie occasioni di ilarità che essa sa offrirci.
Alex Amiconi

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