Arriva ad Ovindoli lo sleddog, lo sport in cui i protagonisti sono i cani

Arriverà a breve sulle montagne marsicane lo sleddog, sport famosissimo nelle zone polari, meno in quelle mediterranee. Per dirla in parole chiare, lo sleddog consiste nel farsi trascinare sulla slitta da dei cani. «Questa disciplina nasce nella lontana Alaska, dove, cioè, i cani da slitta venivano e, soprattutto, vengono tutt’ora utilizzati per questioni di lavoro quotidiano – ha dichiarato Marcello Mancini, sportivo di L’Aquila e vicepresidente dell’Associazione ‘Antartica’, realtà formata, per ora, da 90 soci, corredati, attorno, da un’altra corolla corposa composta da semplici curiosi ed appassionati – In Italia, invece, l’attività della corsa con i cani da slitta è in voga dal 1992, da quando, cioè, si è affacciata su panorama nazionale l’associazione nostrana ‘Antartica’, la quale è responsabile, ad oggi, dell’organizzazione di gare internazionali relative proprio a questa disciplina alternativa. Esistono, per fortuna, oggigiorno, molti appassionati del genere suddetto: questo fenomeno sportivo e di diporto al contempo, sta, man mano, infatti, seminando sempre più proseliti. C’è un numero costante attorno al quale ruota, in Italia, la sostanza dello sleddog».

Lo sleddog è una disciplina sportiva posta a metà strada fra l’amore smodato per gli animali, vissuto nella sua parabola più estrema di empatia, e l’allenamento costante di essi stessi. Uno stile di vita, più che un modo alternativo di percorrere le distese nevose, quindi. «A differenza di qualsiasi altro sport,  – racconta Marcello – nello sleddog, ciò che cambia e che muta di particolare si rintraccia proprio nella condivisione di un tragitto innevato con il proprio fido animale. L’uomo dipende dai suoi cani, praticamente, così come i suoi cani dipendono dall’uomo che li guida. Si vive, in sostanza, 365 giorni su 365 a fianco dei propri compagni pelosi d’avventura».

«I cani però, e con ciò sfatiamo un mito dilagante – ha continuato Mancini – hanno bisogno, come tutti gli atleti dell’universo parallelo umano, per poter effettuare questo sport, di un allenamento costante. Durante il periodo invernale, di fatti, vengono realizzate due o tre uscite settimanali a mo’ di esercizio per i cani. Di buono c’è, sicuramente, che il Siberian Husky, ossia il cane da slitta classico e più quotato, ha come istinto passionale di sopravvivenza, proprio quello di trainare. Per i cani, quindi, diventa una sorta di gioco, quello della corsa con la slitta, o, comunque, di comunione di compiti con il proprio padrone.  – specifica Marcello – Per questa tipologia di cani, trainare una slitta, diventa una sorta di ragione di vita. Secondo me,  – continua Marcello – la vera sofferenza è vedere un Siberian Husky chiuso a chiave in un appartamento striminzito, quindi in una sorta di prigione, anche se dalle pareti trasparenti e dorate. Il cane da slitta, di fatti, ha bisogno di due cose per essere veramente felice: l’ossigeno fresco nei polmoni ed una slitta da trascinare, appunto». Ad Ovindoli quindi, prossimamente, avremo la possibilità di vedere degli istruttori trainati dai loro Husky, uno spettacolo che rimanda alla memoria molti film per bambini.

Redazione ilfaro24.it

 

 

 

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