I BRIGANTI, L’ABRUZZO

La miseria , la fame, le carestie, le pesti e l’inasprimento fiscale che attanagliavano la nostra gente favorirono l’accrescersi di compagnie organizzate di banditi che, nonostante leggi severissime, si facevano sempre più intraprendenti, saccheggiando paesi e castelli spesso si scontravano con truppe regolari ed erano queste ultime ad avere la peggio , soprattutto perché  i capitani dei banditi erano assai di frequente ex-comandanti di compagnie di ventura che si avvalevano di gente malfamata e pregiudicata. 

Il fenomeno del brigantaggio nasce in Abruzzo fin dal 1500, con le imprese di Marco Sciarra.L’epoca di massima espansione del fenomeno si ebbe subito dopo la conquista, da parte dei Piemontesi guidati da Garibaldi, delle regioni del Regno di Napoli, ossia fra il 1860 e il 1870, quando, dopo l’iniziale entusiasmo, dell’unificazione iniziarono ad emergere i primi malcontenti.  I Borboni avevano infatti dominato per secoli imponendo uno stato protezionistico e assolutistico e molto legato al clero.     I Piemontesi introdussero invece leva obbligatoria, leggi anticlericali, libero commercio ma anche nuove tasse  . 

La radice propriamente politica sembra esclusa in quanto nella nostra regione si trattò soprattutto di un fenomeno malavitoso, derivato comunque dal malcontento dei contadini che vivevano da secoli nell’indigenza e nell’ignoranza. L’andare alla montagna , l’essere costretto a nascondersi alla macchia fu per i nostri contadini  una realtà di sempre, un modo per sfuggire alla giustizia dopo aver commesso un crimine e soprattutto la Majella, con le sue grotte, fitte faggete, valloni e precipizi, è stata al centro degli episodi più noti del Brigantaggio.

Il Brigantaggio in Abruzzo subito dopo l’unificazione , fu diverso a seconda dei posti e dei momenti . Vi erano anche   briganti che combattevano per il ritorno dei Borboni ed erano da questi sostenuti ma i  briganti erano molto spesso delinquenti crudeli che passavano di paese in paese  con le loro orde , uccidendo, saccheggiando ed allestendo macabre manifestazioni con i cadaveri degli uccisi. 

( a cura di Cicchetti Ivan)   

 

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