LETTERA APERTA DI ANDREINA MORETTI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL MINISTRO DELLA SALUTE

Carissimi lettori e carissime lettrici, condivido volentieri con voi una mia personale riflessione, a cui seguirà un’importante, significativa e toccante lettera scritta accoratamente da Andreina Moretti, tenace e ammirevole Presidente dell’Associazione “Il Guscio” di Roseto degli Abruzzi.

Ragionavo su un semplice concetto: quello del “caso”, definito comunemente anche “fato” o “destino”. Ebbene, mi ponevo a tal proposito il seguente quesito: “È esso a guidare la nostra esistenza o siamo noi a determinarlo?”. La risposta, in verità, me la sono già data da un pezzo: ossia, sovente ci si adagia sul caso, ignorando però che, in fin dei conti, siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. Mi interrogavo, inoltre, sulle innumerevoli volte in cui vengono, puntualmente e superficialmente, liquidate questioni di notevole rilevanza, procrastinandole e accompagnandole con le espressioni di rito: “Vediamo, magari prossimamente, quando sarà il caso!”

Mi sovviene anche il modo di dire “a caso”, che descrive tutto ciò che si fa senza un senso. Ecco, in quanti si riempiono la bocca di frasi pronunciate “a vanvera”, senza un riscontro concreto nella realtà? Tanti, troppi sono abilissimi nell’infarcire di belle parole “ad effetto” i vari discorsi che mirano a sensibilizzare sul sostegno psicologico ed economico che, per senso civico e spirito umanitario, andrebbe dato al prossimo con cuore sincero e risorse necessarie, ma poi si lascia tutto al caso.

È ora di dire “basta”. Non si può agire sempre come Ponzio Pilato, lavandosi le mani dinanzi a certe questioni gravi e serie che, purtroppo, attanagliano sempre più persone, molte più di quante si possano immaginare e che, magari, per paura o altre mille motivi tengono nascoste dentro di sé. Ci si rifugia nel proprio orticello, non manifestando alcun interesse nei confronti di chi, disperatamente, invoca aiuto. Grida disperse nel vento, totalmente inascoltate.

Le vittime di indifferenza o di violenza, che alla fine non sono due concetti poi così distanti, includono una corposa fetta di gente, anche insospettabile, e non ci si riferisce esclusivamente a donne violentate o maltrattate da estranei, fidanzati o mariti, bensì anche a mamme, a genitori, a famiglie in preda a figli violenti e difficili da gestire, ci si riferisce anche a città o comunità tenute sotto scacco da individui pericolosi. Andreina Moretti, nella lettera che segue e che vi invito caldamente a leggere, tratta di tutte queste tematiche ed esorta a trovare, il prima possibile, una soluzione:

Lettera aperta al Presidente della Repubblica e al Ministro della Salute

“Aumentano i casi di mamme vittime di violenza, cambia lo scenario ma le vittime sono sempre le persone più deboli e purtroppo indifese, perché non sono tutelate da leggi adeguate.

Sono vittime di figli con problemi di droga, alcool o malattie mentali, che oltre una vita di stenti, di preoccupazioni, di pene e problemi quotidiani, si scontrano con l’indifferenza delle istituzioni.

In Italia non c’è l’obbligo di curare la dipendenza da sostanze o di essere seguiti per malattie mentali (tranne i ricoveri coatti, il Tso, che praticamente serve a incattivire i ricoverati, che dopo un breve periodo di permanenze in strutture con sedativi, al rientro a casa, esprimono la rabbia e si vendicano. La Legge Basaglia ha permesso di chiudere i manicomi ma certamente non intendeva lasciare i bisognosi di cura in balia delle povere famiglie senza risorse e senza mezzi).

Mi chiedo perché a persone che non sono in grado di intendere e volere, con menti offuscate e annebbiate, che giungono a massacrare i genitori per una manciata di soldi, che spaccano mobili, che insultano, che sono fuori ogni controllo, persone pericolose perché non curate adeguatamente, si concede la libertà di scegliere se essere curati o no? Come è possibile questa assurdità inaudita? Obbligare a curarsi per non uscire in strada e sparare ai passanti, a non entrare negli appartamenti di gente che dorme, per non investire un malcapitato, per non tagliare a pezzi vittime ignare… non lede la libertà dell’individuo ma dona la possibilità di vita alla famiglia, ai vicini di casa, agli abitanti del paese, all’Italia…molte morti pesano sulle coscienze di chi dovrebbe agire e fa finta che tutto vada bene! Non va bene nulla invece! La mia è una piccola cittadina eppure di questi casi dolorosi ce ne sono molti, penso alle grandi città, alle metropoli…all’Italia e alla sofferenza del mondo…agiamo prima che altro sangue innocente venga sparso.

Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Ministro della Salute Orazio Schillaci, rivediamo queste leggi che non riescono a garantire ordine e sicurezza. Tante donne, genitori, mogli attendono di essere rappresentate e salvate da leggi giuste, adeguate …la dipendenza da sostanze e la salute mentale devono essere affrontate in modo radicale e risolutivo, non possono essere lasciate alla fortuna e al caso. Basta morti per mani violente, basta famiglie allo sbando, basta uomini che diventano assassini.

Andreina Moretti, Presidente dell’Associazione “Il Guscio” contro ogni forma di violenza di Roseto degli Abruzzi

Massima condivisione!

(Dott.ssa Alessandra Della Quercia)

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