MONITORAGGIO SPECIE FAUNISTICHE E FLORISTICHE DELLA RISERVA DANNUNZIANA, ESITO

Presentato stamane l’esito del monitoraggio delle specie presenti nella Riserva dannunziana voluto dall’Amministrazione comunale al fine di fotografare lo stato attuale del suo più grande polmone verde ed elaborato dal gruppo di esperti coordinato dall’associazione Ambiente è/è Vita. Alla conferenza erano presenti l’assessore alla Riserva Paola Marchegiani, il responsabile comunale del servizio Mario Caudullo e l’agronomo Luigi Lo Giudice; per il gruppo di studio saranno presenti il segretario regionale dell’associazione Ambiente e/è vita Patrizio Schiazza, la coordinatrice della segreteria Silvia Di Paolo, il coordinatore scientifico Lorenzo Liberatore, Mario Pellegrini e Francesco Paolo Pinchera del Cisdam (Centro Italiiano di Studi e Documentazione Abeti e Ambienti Mediterranei), alla redazione ha collaborato anche il naturalista Tommaso Giallonardo. Lo studio ha evidenziato per la flora 371 specie, raggruppate in 79 famiglie, 24 sono le nuove specie segnalate tra cui alcune rare come l’Eryngium maritimum e 31 sono specie esotiche spontaneizzate. Più articolata la situazione della fauna che ha rilevato presenze sensibili di specie rare e considerate vulnerabili, perché esigue, nell’ecosistema nazionale. 

“Si tratta di un monitoraggio importante sulla vita della riserva e nella riserva – così l’assessore Paola Marchegiani– grazie alle osservazioni condotte dal gruppo di esperti abbiamo un quadro di riferimento sia per la tutela che per le azioni, che porteremo avanti perché il nostro polmone verde cresca sano e venga conosciuto nella sua unicità. Questa è la base di questo studio a cui si aggiungono anche altri monitoraggi per la sicurezza delle alberature di cui ufficializzeremo gli esiti a giorni”. 

“Il monitoraggio nasce dall’evidenza di corredare oltre che con un piano di gestione, anche di uno studio specifico lo stato della fauna e l’aggiornamento della check list della flora per vedere aggiornate le presenze nella riserva – così il segretario regionale dell’associazione Ambiente e/è vita Patrizio Schiazza– Qualificarla  sotto il profilo naturalistico significa relazionarla al resto della cittadinanza, in quanto la riserva è parte del sistema antropizzato. Avere consapevolezza di ciò che accade in una piccola area significa conoscere le interconnessioni utili a orientare anche le azioni. C’è stato anche un aggiornamento della check list della flora per conoscere anche quelli che potranno essere gli sviluppi futuri. Questa visione organica predetermina anche azioni di sviluppo futuro che non possano prescindere dalla banca dati acquisita. La sfida sarà implementare e aggiornare gli equilibri ecosistemici per le scelte di tutela e di sviluppo. Intervenire si può ma nella consapevolezza dei delicati equilibri. Per fare alcuni studi abbiamo chiesto che la riserva venisse chiusa per osservare anche di notte i comportamenti delle specie animali che ospita. Lo studio sarà parte di un volume e non resterà isolato, contiamo di fare un bio-blitz di esperti all’interno della riserva in primavera, con osservatori che registrano le presenze per accrescere anche il livello di crescita della cittadinanza, perché più consapevolezza si produce, maggiore è il rispetto e la tutela del verde”. 

 “Il monitoraggio è durato due anni con l’aiuto si specialisti che hanno potuto fornire un quadro più dettagliato di quanto si conosceva – così il coordinatore scientifico Lorenzo Liberatore– Per i mammiferi è emersa la presenza numerosa dello scoiattolo, circa 3.5 esemplari per ettaro e dei pipistrelli come il serotino che a livello nazionale è fra le specie da tutelare; fra le altre specie ci sono surmolotto e volpe. Per quanto attiene agli uccelli, rilevati con l’ascolto dei canti e osservazione diretta, nell’arco di due anni sono state rilevate specie differenti, che vanno da quelle più comuni come la cornacchia e il piccione, alla nitticola, al martin pescatore (protette a livello comunitario e presenti nell’area del laghetto e al Vallelunga) e la tordela che è considerata fra le presenze più vulnerabili per numero in Italia. Per rettili e anfibi, le specie rappresentate sono la rana verde e il rospo comune, fra i rettili ci sono il biacco, il ramarro due specie di lucertola e la testuggine americana, ampiamente presente nel laghetto della riserva. 

E’ importante che la riserva possa riacquistare la maggiore continuità e completezza delle sue aree e continuare sulla strada della deframmentazione delle barriere fra riserva e aree, ripristinando anche le connessioni con il Fosso Vallelunga. Questo può portare a un ampliamento dei siti di nidificazione, riqualificare l’ambiente lacustre e del fosso e controllare le specie alloctone. Continuare a implementare le tecnologie e attività di monitoraggio sarà necessario, riqualificando anche i consessi degradati, con la necessaria azione di coinvolgimento dei cittadini nelle attività scientifiche nell’ottica dell’educazione ambientale”.

“Da anni premiamo per mettere in atto questo tipo di lavori perché crediamo nella tutela – aggiunge la coordinatrice della segreteria Silvia Di Paolo – ma anche perché lavori di questo genere che sono multidisciplinari servono a qualsiasi tipo di attività di pianificazione e programmazione i cui benefici si ripercuoteranno su tutta l’area ambientale”.

“Interessante quest’area che è una riserva naturale in un ambiente urbano – così Francesco Paolo Pincheradel Cisdam – C’è una fauna che per quanto non ospiti tutte le specie ha dinamiche interessanti. E’ un ambiente che sta dentro alla città, ma interagisce con la città e c’è anche l’aspetto importante di ruolo di ambasciatore per le persone che visitano la riserva su cui è necessario sempre più puntare”.

“Le tecniche utilizzate per il monitoraggio sono state particolari e innovative – dice Mario Pellegrinidel Cisdam – Il lavoro è stato fatto nell’arco di un anno, è partito dal punto zero, con osservazioni compiute  durante le ore diurne e notturne, per tutte le specie, anche per gli uccelli. Uno strumento per capire come aiutare flora e fauna a progredire e ad andare avanti per capire esigenze vitali e pianificazione dell’area protetta”

“Il filo che ci ha condotto è normativo perché la legge 38 prevede che le riserve esplichino attività di monitoraggio per pianificazione e verifiche future – concludeMario Caudullo, agronomo e responsabile del Servizio Verde e della Riserva – Con le risorse assegnate abbiamo fatto due campagne di monitoraggio. E’ evidente che tali campagne mancavano dalla prima redazione del PAN (Piano di assetto naturalistico). Il nostro impegno sarà di destinare quota parte a un’altra campagna di monitoraggio per i macrovertebrati e la fauna ittica del laghetto, per trovare una pianificazione corretta sul da farsi in tempi rapidissimi. In due anni abbiamo destinato a tali attività di monitoraggio 15.000 euro e contiamo di stanziare alcune risorse in più. Ci sono diverse azioni in essere, fra queste la ricostruzione del giardino dunale in corso di riproduzione nell’area antistante la zona dei teatri, che si confà agli esiti dello studio, un elemento che di fatto manca alla riserva”.

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