Si svuotano i centri cittadini. Solo colpa del caro affitti?

TUTTI AL CENTRO COMMERCIALE. E LE CITTA’ PERDONO LA LORO ANIMA.

Avezzano. Come spesso accade, ci si accorge del problema solo quando è ormai troppo tardi. Non si fa prevenzione, non si programma il futuro, non si guarda agli effetti di medio-lungo termine. Tutto, ma davvero tutto, viene giustificato con la storia dei posti di lavoro, dell’incremento della produttività, della crescita dei ‘valori’ economici, dimenticandosi che quelli veri, di valori, hanno altra matrice.

“La crisi ha colpito tutto il settore produttivo e si è fatta sentire soprattutto nei Centri Urbani. Ce ne eravamo accorti; il negozietto sotto casa di alimentari e articoli vari è definitivamente estinto e con esso la maggior parte dei negozi di vicinato. Contro la desertificazione dei nostri Centri Urbani, servono sgravi fiscali e canoni accessibili” affermano da Confcommercio Avezzano, città dove il centro, praticamente, non esiste quasi più, salvo qualche ‘ultimo baluardo’. “L’allarme lo abbiamo lanciato da alcuni anni, i Centri Urbani si sono svuotati, la nostra Città non ha più un’anima e la chiusura o la fuga dei negozi, riduce la qualità della vita dei residenti e diminuisce la sicurezza”.

La soluzione, secondo il Presidente di Confcommercio, Roberto Donatelli, passa per la Pubblica Amministrazione: “Bisogna che il Governo Centrale e l’Amministrazione locale si  mettano d’accordo per favorire il ripopolamento commerciale della Città, attraverso una efficace politica di agevolazioni fiscali”.

Nel frattempo, l’inadeguatezza di una classe politica indegna di questo nome si palesa con le dichiarazioni dei suoi esponenti, locali e non. Va di moda dare la colpa al caro affitti e così, come all’ufficio postale, si sono messi tutti in coda ad attendere che qualche giornalista fosse arrivato ad intervistarli, oppure hanno intasato le mail della stampa locale con i loro “basta al caro affitti”, “stanno distruggendo l’economia di una città”, “aiutiamo i piccoli imprenditori”.

Dov’erano lorsignori quando si autorizzava la sfrenata apertura dei centri commerciali? Cosa dicevano di fronte ai giganti del fast food e dell’abbigliamento a basso costo proveniente da ogni parte del mondo? 

La verità è che, facendo due passi tra le principali strade della città e di collegamento tra i paesi marsicani, è facile imbattersi in una serie infinita di edifici e capannoni abbandonati, logorati dalla concorrenza di un mondo in cui tutti provano a scavalcarsi, dal tempo e dal menefreghismo di chi ‘potrebbe’ pensare a come riqualificarli anziché costruirne di nuovi. Ma il cemento, si sa, “tira”.

Altra verità è che il mondo, purtroppo, si evolve troppo in fretta. L’ e-commerce, l’acquisto online, ormai ha sostituito quasi del tutto le precedenti forme di approvvigionamento e solo i grandi colossi, ma neanche tanto, riusciranno a resistere. Bisognerà adeguarsi, certo. Reinventarsi, adattarsi, innovarsi. Ma non tutti potranno farlo, perché non avranno la capacità di competere e di concorrere con gli inarrivabili.

Ma l’ultima, vera e triste verità, è che siamo parte di una società in cui ‘tutto’ può essere comprato. E così, non importa ciò che fai, come lo fai e dove lo fai, purché tu possa ergere mostri di cemento, arricchire le tasche dei soliti noti e garantire qualche posto di lavoro in più che, non si sa mai, può tornare sempre utile come merce di scambio alla prossima tornata elettorale.

 

D.D.N.

 

 

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