Togliete tablet e smartphone dalle mani dei bambini. Ecco cosa rischiano

Niente più giochi all’aperto, niente più campana, guardia e ladri, nascondino. Niente piazze, niente pallone. Basta un telefonino, adesso smartphone. Lì si può giocare, guardare cartoni animati, chattare, leggere. Si può fare praticamente tutto.

E così i nostri piccoli passano le loro migliori giornate davanti a questi apparecchi. Prima l’usanza era maggiormente diffusa in città, adesso anche nei piccoli paesi le stradine si sono svuotate ed i bambini sono tutti sul divano di casa con un monitor in mano.

Ma davvero va tutto bene? In effetti no. Considerando che spesso il telefonino viene messo nelle mani dei ragazzi proprio dai genitori che altrimenti non saprebbero come tenerli fermi, uno studio ha rivelato come ci sia, nello specifico, una patologia che può derivare dall’uso ripetuto e costante di questi apparecchi: la sindrome da occhio secco, che comporta bruciore persistente e senso da corpo nell’occhio.

“Il disturbo – si legge su repubblica.it –  frequente soprattutto nelle donne in menopausa o correlato con patologie legate alla tiroide, era un fenomeno raro nei più piccoli ma le cose stanno cambiando. Nei giovanissimi la causa sarebbe dovuta all’uso prolungato degli smartphone, con i quali i piccoli guardano video e cartoni, chattano e giocano ogni giorno e sempre di più, sforzando la vista, sbattendo di meno le palpebre e restando impalati avanti agli schermi e al chiuso”.

A lanciare l’allarme gli oftalmologi del College of Medicine della Chung Ang University Hospital di Seul, autori di una ricerca condotta su 916 bambini (dai 7 ai 12 anni di età). Lo studio è stato pubblicato su BMC Ophthalmology.

In media il 6,6 % del campione aveva i sintomi della sindrome dell’occhio secco  e, di questi, il 97% era utilizzatore assiduo di smartphone per, in media, 2-3 ore al giorno.

 

Se poi ci aggiungiamo che l’uso persistente e quotidiano di smartphone va a danno della crescita psico-motoria e sociale del bambino, capiamo come il problema sia effettivamente reale. E’ facile, infatti, trovare bambini che non sappiano fare una capriola, scavalcare un cancello, fare l’Hula Hoop, saltare con la corda, gattonare, strisciare, lanciare. Gli schemi motori di base vengono trascurati e questo va solamente a danno del bambino, che in futuro avrà molti problemi di movimento…. e non solo.

A ciò infatti, possiamo affiancare il fatto che, se prima per strada si imparava a vivere, sul divano si perde quella connessione sociale che permette a ognuno di noi di relazionarsi facilmente con il mondo che ci circonda.

Insomma: forse, stiamo andando troppo veloce?

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