UNA VITA PER LA BICICLETTA GLI OTTANT’ANNI DI NINO IERVESE, STORICO BOTTEGAIO DELLE DUE RUOTE

Un lavoro iniziato a soli 14 anni e portato avanti ancora oggi con cuore e serietà professionale Fra gli amici incontrati nel tempo anche Gino Bartali.

Una vita per la bicicletta. Compie ottant’anni questi giorni Nino Iervese (il 3 settembre), oggi titolare del negozio di vendita, riparazione e assistenza cicli e motocicli in via Italica, tappa di una carriera professionale iniziata a soli 14 anni e peraltro premiata nel tempo anche con il riconoscimento di Attività storica da parte del Comune di Pescara.

È il 1928 quando Luigi Iervese, il padre, apre l’officina di riparazione bici in piazza Unione. Nel tempo l’attività viene portata avanti dal fratello di Luigi e così Nino, appena quattordicenne, comincia a lavorare in bottega, sostituendo il fratello partito per il militare. A 18 anni poi prende la patente di guida con estensione per guida dei mezzi pubblici: d’inverno l’officina bici non rende molto, serve un ulteriore lavoro e così guida il pulmino delle suore di via Italica per accompagnare gli alunni all’asilo e a scuola.

L’attività prosegue, gli sforzi sono tanti ma per fare il salto servono investimenti. “Sono stato fortunato, incontrando due persone che non esito a definire benefattori – racconta Nino Iervese -. Sono il signor Bombi, titolare della Cicli Cinzia e il signor Cimatti, dei ciclomotori, che hanno creduto in me concedendomi i loro articoli in conto vendita, cosa che mi ha permesso di fare il salto, avere bici e motocicli di prima qualità”.

Nel corso della lunga carriera umana e professionale, non manca l’incontro con personaggi mitici del mondo del ciclismo, come quello con Gino Bartali. “Un onore e un piacere ricevere la sua visita, quando passava in Abruzzo per andare a Fossacesia a trovare i parenti del compianto Alessandro Fantini”. Il corridore, nato a Fossacesia, è scomparso nel 1961, vittima di una caduta durante una gara in Germania. Con Gino Bartali si conoscevano: il toscano proseguiva la sua carriera di vittorie e di miti, il ciclista di Fossacesia cominciava a farsi strada. Oltre alle chiacchiere, Nino Iervese dell’incontro con Gino Bartali ricorda anche piacevoli brindisi con buon vino, trasformando il negozio per un attimo in un’osteria dove regnano amicizia e buona atmosfera.

Negli anni ’70 del ‘900, poi, Nino Iervese è stato promotore dell’unico evento in Abruzzo dedicato al ciclismo femminile: il Memorial Iervese, organizzato con la Ciclistica Cirillo, che ha visto correre sulle strade abruzzesi campionesse come Maria Canins e Luigina Bissoli. 

Non meno importante la sua attività di formatore di intere generazioni di meccanici della bicicletta, che nel suo negozio hanno cominciato a sporcarsi le mano di grasso, come Roberto Il Biciclettaio che proprio questi giorni ha festeggiato i diciassette anni della sua attività in via Gramsci.

Una vita dunque e una carriera, accompagnate sempre dalla frase in dialetto pescarese che il padre era solito ripetere a Nino Iervese: “Lu centrine te li so attaccate, mo’ arrangiati” riferendosi allo strumento per centrare la ruota della bicicletta, con un invito ad imparare subito e bene. Storie di altri tempi, tenacia e passione trasmesse alla famiglia e ai collaboratori.

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