Aeroporto. Pescara mi Piace:” Il Direttore dell’ENAC taglia i nastri e non conosce nemmeno l’attività”

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Comunicato Foschi – Pescara – Mi piace – su aeroporto di Pescara

“L’Enac manda i propri ispettori nell’aeroporto di Pescara, sollevando una miriade di problematiche, ma poi il Direttore generale dell’Enac stesso, Quaranta, che forse non conosce l’attività dei propri ispettori, viene a tagliare nastri nel nostro scalo. Il Consiglio d’amministrazione della Saga perde pezzi da novanta, come Antonello Ricci, che non ha mai chiarito le ragioni delle proprie dimissioni, ma il Governatore D’Alfonso continua a festeggiare successi ‘invisibili’. E nel frattempo si annuncia la privatizzazione di una società che oggi andrebbe semplicemente commissariata. Ha assunto il sapore della ‘farsa’ la gestione dello scalo aeroportuale di Pescara dove gli unici a non festeggiare, chissà perché, sono i dipendenti e le organizzazioni sindacali, evidentemente ben a conoscenza di numeri e cifre che i più ignorano, a partire dai presunti 30milioni di euro di debiti sul groppone di Saga ventilati nei giorni scorsi. A questo punto, di fronte alla ripresa del balletto di numeri e cifre, cercheremo lumi presso altre Istituzioni, al fine di restituire trasparenza a ciò che oggi appare molto opaco”. A dirlo è stato Armando Foschi, esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.

“Da quasi due anni continuiamo a denunciare una gestione drammatica dello scalo d’Abruzzo – ha ricordato Foschi -: non sono i proclami di piazza a cambiare i numeri, e la Saga non riesce a produrre utili, forse aumenta il numero dei passeggeri, ma ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2014 con una perdita di 7milioni 740mila euro. Il 26 gennaio 2015 la Regione ha deciso una nuova ricapitalizzazione, per 7 milioni di euro, dopo che già la ricapitalizzazione del 2014, per 5milioni 972mila euro, era stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale visto che la Regione non aveva ricevuto l’approvazione preliminare della Commissione Europea, l’unica abilitata a giudicare se si trattasse di aiuti di Stato compatibili. Sperando di bypassare tale inghippo, il Governo D’Alfonso si è inventato una nuova ‘ricapitalizzazione come aiuto al funzionamento dello scalo’, che però non esiste nella legge europea, e comunque poteva essere varato solo dopo l’approvazione del Piano industriale, ratificato solo il 7 settembre 2015, ovvero otto mesi dopo l’erogazione dei 7 milioni di euro. A consentire oggi alla Saga di registrare i 200mila euro di utile d’esercizio sarebbero stati proprio gli ‘aiuti al funzionamento’ ricevuti dalla Regione’ e le alchimie legate all’acquisizione dell’hangar ex Alitalia, che è stato capitalizzato e inserito nel patrimonio. Ma comunque le continue iniezioni di denaro, mascherate sotto la parvenza delle ‘ricapitalizzazioni’, non salveranno i conti, visto che la Saga fa acqua da tutte le parti. A inizio 2016 abbiamo raccolto tutte le carte e abbiamo inviato il faldone all’esame della Corte dei Conti e dell’Enac chiedendo di commissariare la Saga e siamo rimasti in attesa delle determinazioni successive. La prima risposta di Enac è arrivata il 25 febbraio scorso, quando ha inviato i propri ispettori a Pescara: i controlli e le verifiche sono andati avanti, in un clima piuttosto teso, per tre giorni e mezzo e, stando alle voci, avrebbero fatto emergere diverse criticità. Voci interne parlano di controlli rigorosi sul sistema della security. Abbiamo chiesto allora al Presidente della Saga Mattoscio – ha detto Foschi – se corrispondesse al vero che, proprio nei giorni dell’ispezione, fosse stato trovato rotto uno dei metal detector in funzione per il controllo dei passeggeri nell’area imbarco, tanto da non rilevare la presenza di armi improprie, appositamente inserite dagli ispettori. Abbiamo chiesto se corrispondesse al vero che, in quegli stessi giorni, fosse stato trovato rotto anche uno sportello dell’area bagagli, altra anomalia che avrebbe fatto storcere il naso alla task force dell’Enac, due guasti che secondo le Organizzazioni di categoria interne, non sarebbero stati casuali o determinati dalla sfortuna, ma all’origine ci sarebbero i tagli operati dall’attuale governance sulla gestione dello scalo, quella stessa governance però che si preoccuperebbe di spendere 60mila euro in benefit per i vertici Saga, e anche in questo caso abbiamo chiesto al Presidente Mattoscio se tale spesa fosse realmente nel bilancio della società. Infine abbiamo chiesto di sapere – ha aggiunto ancora Foschi – se fosse vero che gli ispettori hanno sollevato obiezioni anche ai controlli amministrativi, ovvero alla verifica dei conti della Saga-aeroporto e, nel caso, abbiamo chiesto di ufficializzare quali fossero le voci eventualmente oggetto di contestazione. Ovviamente il Presidente Mattoscio si è limitato a gettare acqua sul fuoco, sminuendo le contestazioni degli ispettori e osservando un rigoroso silenzio sui conti. A esprimere forti preoccupazioni invece sono state le maestranze lavorative dello scalo secondo cui, se l’aeroporto di Ancona con 43milioni di euro di debiti sarebbe già stato dichiarato sull’orlo del fallimento, si sono chieste quali siano i rischi per lo scalo di Pescara, sul quale, stando alle indiscrezioni, graverebbe un debito di 30milioni di euro con Inps e fornitori, ovvero di poco inferiore rispetto a quello marchigiano, ipotesi peraltro che sembrerebbe confermata dalla ventilata volontà di procedere alla privatizzazione del 30 per cento di Saga, utile proprio a ripianare eventualmente i conti. Nel frattempo nei giorni scorsi sono arrivate le dimissioni dell’imprenditore Antonello Ricci dal Cda di Saga, dimissioni che non si giustificano con un presunto sovraccarico di impegni personali e che dunque hanno gettato un’ulteriore ombra sulla gestione Saga. Non ci convincono i sorrisi e le pacche sulle spalle del Governatore D’Alfonso, né la comparsata del Direttore Enac, dal quale i lavoratori si sarebbero piuttosto attesi chiarimenti in merito all’esito dell’ispezione di due settimane fa. Quel che è certo è che nei prossimi giorni ci rivolgeremo ad altre Autorità per chiedere quella chiarezza che oggi continua a mancare”.

 

 

 

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