Associazione ‘Pescara – Mi piace’ – su declassamento ufficiale dell’aeroporto di Pescara e trasferimenti personale Enav

 

“Ora è ufficiale: l’aeroporto di Pescara è stato declassato. Dallo scorso primo giugno, l’Enav, l’Ente Nazionale di Assistenza al Volo, ha classificato lo scalo come ‘aeroporto a basso traffico’ con la proposizione di due nuove tipologie di contratto di lavoro a tutto il personale. La prima conseguenza è stata la disposizione del trasferimento in altra sede di 10 operativi e di un dipendente del settore amministrativo che hanno accettato al fine di poter conservare la propria qualifica, la mansione e soprattutto lo stipendio. Una vergogna che, nonostante i nostri ripetuti e costanti appelli, si sta consumando nel silenzio dei sindacati, della stessa società di gestione dei servizi a terra dell’aeroporto, la Saga, e della Regione stessa che, a questo punto, non potranno continuare a negare anche l’evidenza dei fatti. Ora chiediamo a Regione e Saga di rendere pubbliche le carte del declassamento e di dichiarare cosa intendono fare dopo aver ostinatamente ignorato per due anni il nostro allarme su un processo che oggi è arrivato ai titoli di coda”. Lo ha detto Armando Foschi, membro della Associazione ‘Pescara – Mi piace’, ufficializzando la notizia del declassamento dello scalo pescarese.

“Nel 2015 ho ricordato che Pescara era tra le città italiane scelte dall’Enav per ‘addestrare’ i controllori di volo – ha ricordato Foschi -, una notizia importante che dimostrava come il personale operante nella nostra città fosse di fatto tra i migliori d’Italia se addirittura veniva utilizzato per svolgere l’avviamento al lavoro delle ‘reclute’. Peccato che contemporaneamente l’Enav avesse, già nel gennaio 2015, lanciato una richiesta di mobilità all’interno dell’Azienda per poter poi avviare le relative sostituzioni: in concreto il 50 per cento del personale operante a Pescara sembrava destinato a essere sostituito e rimpiazzato dai nuovi assunti, ovvero quelli che avrebbero svolto il corso di formazione proprio a Pescara. All’epoca abbiamo acceso i riflettori su un provvedimento che era una beffa per tutti quei lavoratori che da anni si erano trasferiti a Pescara, divenuta la loro casa, e vi avevano costruito una famiglia. E in quell’occasione ci siamo chiesti quali sarebbero stati i criteri per effettuare i trasferimenti da parte dell’Enav, ovvero come avrebbe scelto il personale da trasferire e perché. Non avendo ricevuto risposte dall’Enav, abbiamo deciso di chiedere un incontro in Regione affinchè si facesse partecipe della problematica e si attivasse per approfondire il programma dell’Enav, evitando a ogni costo che lavoratori da anni impiegati a Pescara fossero costretti, senza alcun apparente motivo, ad abbandonare la città, peraltro approfondendo anche le voci inerenti l’imminente declassamento dell’aeroporto abruzzese da parte dell’Enav stesso. Ovviamente la nostra richiesta di incontro non è mai stata accolta dal Governatore D’Alfonso, che ha preferito fare orecchie da mercante, ignorando la tematica, né è stato più sensibile al tema il Movimento 5 Stelle, che all’epoca ha ugualmente ignorato il nostro appello. A febbraio scorso la problematica si è riproposta – ha aggiunto Foschi – paventando il rischio concreto che ci si trovasse dinanzi a un pacco già confezionato, ovvero tagli al personale già esecutivi, dopo aver perso due anni di tempo preziosi per indurre l’Enav a invertire la propria rotta. E anche quattro mesi fa la Saga ha preferito smentire il nostro allarme, mentre il Governatore regionale le ha semplicemente ignorate. Ora, giugno 2017, la frittata è fatta e il declassamento è servito: dal primo giugno scorso lo scalo pescarese è stato dichiarato dall’Enav ‘aeroporto a basso traffico’. Di conseguenza l’Enav ha proposto ai propri dipendenti due diverse tipologie di contratto: il primo per quei dipendenti che avrebbero scelto di mantenere le proprie condizioni contrattuali maturate ma accettando il trasferimento in altra sede; il secondo per i dipendenti che avrebbero deciso di restare nella sede di lavoro di Pescara, ma, in questo caso, accettando una riduzione di stipendio del 30 per cento e il cambio della qualifica professionale. Nell’aeroporto di Pescara sappiamo che 5 operativi e 2 amministrativi hanno deciso di aderire al secondo contratto, dunque di restare nel capoluogo adriatico, rinunciando ingiustamente al 30 per cento dello stipendio; altri 10 operativi e 1 amministrativo, invece, hanno optato per il primo contratto sottoponendosi al trasferimento, pur avendo stabilito da anni la propria residenza nella nostra città, dove hanno costruito anche la vita familiare. Questo significa che Pescara ha perso un ruolo strategico e rilevante nel panorama degli aeroporti nazionali e internazionali, ovvero quello che veniva definito il ‘terzo aeroporto di Roma’, ormai è considerato alla stregua di un piccolo scalo d’emergenza di provincia. E, altra conseguenza, per questo declassamento Pescara sta perdendo alte professionalità lavorative. E tutto questo sta avvenendo nel vergognoso silenzio dei sindacati, della Saga e della Regione Abruzzo, tutte informate della vicenda, tre Organismi che ora devono tirare fuori le carte e confessare la propria fallimentare governance”.

 

 

 

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