CORONAVIRUS: E’ ALLARME PSICOSI

I  Primi due casi confermati Il 30 gennaio, in Italia. Due turisti cinesi in viaggio a Roma sono ora ricoverati all’ospedale “Spallanzani” . L’Italia blocca i voli da e per la Cina. I morti certificati fino ad ora sono 231 e 10mila le persone contagiate. L’epicentro del contagio è la città di Wuhan, sono pochi i casi al di fuori della regione dell’Hubei, ma intanto le attività di imprenditori cinesi in Italia si stanno svuotando. Quindi, come nasce la psicosi che, troppe volte, non sappiamo controllare anche quando i dati di realtà raccontano una storia diversa rispetto a quella che percepisce la nostra mente? Fin da neonati di fronte ad angosce molto forti mettiamo in atto meccanismi di difesa che ci proteggono da eventuali pericoli esterni. Tutto questo avviene in maniera del tutto inconsapevole. Ed allora,  quando si scatena un’angoscia molto forte ,come può essere la paura della morte che sta creando la minaccia del Coronavirus , la nostra mente tende ad individuare “un nemico”. Si tratta di un meccanismo di proiezione all’esterno di ciò che ci spaventa e ci angoscia. Proiettiamo la nostra paura sull’altro. Io ho paura di morire, il virus è nato in Cina, il virus mi può far morire, io ho paura dei cinesi. Non possiamo permettere che una paura si trasformi in psicosi. Perché se ci lasciamo controllare dalla paura tendiamo, poi, ad individuare come colpevole l’intera popolazione cinese. Li consideriamo un popolo pericoloso. Bisogna considerare i dati di realtà: essere oggettivi, perché se non conteniamo la paura si innesca un meccanismo di cui non ci rendiamo conto. Da qui la psicosi da individuale può divenire collettiva. E se questo meccanismo si estende a livello sociale può diventare molto pericoloso.

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