EDOARDO BENNATO e I SOLISTI AQUILANI

TURIN – ITALY – FEBRUARY 10: Italian singer Edoardo Bennato performs on stage at the One year after the Olympic Games cermony in Piazza Castello on Febrary 10, 2007 in Turin, Italy. (Photo by Giuseppe Cacace/Getty Images)

Il  primo grande rocker italiano incontra  le note dei Solisti Aquilani

 

Giovedì 26 luglio 2018 – L’Aquila, Emiciclo, ore 21,30

 

Ai Cantieri dell’Immaginario I Solisti Aquilani e  Edoardo Bennato, a buon titolo uno dei maggiori rappresentanti della musica popolare italiana. Quel genere etnico nostrano, la Taranta, che lo attira e lo conquista totalmente a partire dagli esordi della sua carriera. Autore in primis, interprete, musicista, napoletano doc indiscutibilmente innamorato del suo Sud, che oggi sul palco e nei suoi brani mette la stessa energia e curiosità di sempre, arricchita da nuovi spunti, contaminazioni, riflessioni. Un genio assoluto, uno stravagante e per certi versi incompreso menestrello, l’uomo che ha dato voce all’utopia e che ha prodotto indimenticabili graffi alla coscienza collettiva e al quieto spirito benpensante del nostro paese.

Il «ragazzaccio», la spina nel fianco dei cantautori italiani, il folletto cantastorie più conosciuto dello Stivale. Dalle prime note strimpellate nel cortile di Bagnoli, ai primi quarantacinque giri pubblicati negli anni Settanta, agli album «storici» (Non farti cadere le braccia, I buoni e i cattivi, Io che non sono l’Imperatore, La Torre di Babele, Burattino senza fili, Uffà, Uffà) Edoardo Bennato si è ritagliato un posto importante nella cultura canzonettistica italiana. Cultura sottolineata da lui stesso con la famosa e travolgente «Sono solo canzonette» che gli ha procurato la notorietà europea. Dalle sue ultime produzioni «Sembra Ieri», la prima vera raccolta dei più grandi successi, e «Afferrare una Stella», fino alla collaborazione con Leonardo Pieraccioni (sua la colonna sonora del film del regista fiorentino «Il principe e il pirata»), Edoardo Bennato è riuscito a mantenere sempre un carattere personale, una visione della vita svelata, senza ipocrisie, ad usare le favole come grimaldello per parlare alla gente, e fargli aprire gli occhi sulla realtà. Bennato ha infatti creato un universo poetico-sonoro del tutto unico ed originale, che lo colloca al di fuori dei molti musicisti che hanno calcato le scene italiane.  I suoi esordi sono corrosivi, a partire da quell’album acido e “antimusicale” che è “I buoni e i cattivi”. Un vertice, (contenente la spregiudicata “In fila per tre” oltre alla splendida “Un giorno credi”), nel suo denso ribellismo mai velleitario ma già disincantato, forse mai più raggiunto dallo stesso musicista partenopeo.

 

Nato a Bagnoli, alla periferia di Napoli, Edoardo Bennato non ha mai trascurato le sue radici

E lo sottolinea anche nella sua biografia ufficiale:”Ci sono prospettive di Valparaiso

e di Viña Del Mar in Chile che mi sono familiari, essendoci stato tre volte, e così pure, angoli e stradine di Copenaghen, Londra e Zurigo. Anche di Rio De Janeiro e Buenos Aires conosco luoghi, spiagge ed itinerari, e nei Caraibi ci sono stato la prima volta a 12 anni d’età e ci sono ritornato almeno una ventina di volte, tra Cuba, la Jamaica, S. Domingo, Guadalupe, St. Lucia e tutte le isole di sottovento.
E’ stata una fortuna aver visitato ripetutamente e convulsamente tante parti del mondo.
Ma la mia fortuna più grande è quella di essere nato a Napoli, che a questo punto, dopo aver visto tanti posti bellissimi, considero la città più bella del mondo.

Napoli e Bagnoli le conosco bene, sono mie e ne parlo da sempre anche nelle canzoni”.

 

 

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