LE FOIBE E QUELLA GIORNATA DEL RICORDO DURA DA RICORDARE

corpi vittime titine

Ci ha provato il regista  Maximiliano Hernando Bruno con il film Red Land (Rosso Istria) a farci tornare la memoria. Ci ha restituito una tragedia occultata, cancellata, nonostante l’istituzione, dal 2004, di una giornata per ricordarla voluta da Carlo Azeglio Ciampi. Ci ha reso partecipi di un dolore che non appartiene alla nostra memoria collettiva, di un orrore fino a qualche anno fa sconosciuto. Ci sta provando il Presidente Sergio Mattarella che definisce risponde al negazionismo dichiarando: “Disinteresse e noncuranza si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi“.

Pagine di Storia arrivate fino a noi non dalla creazione di monumenti e solenni ricorrenze, bensì dalle testimonianze di chi, quel dolore, lo ha vissuto sulla propria pelle. Come Egea, la bambina giuliana esule ritratta nella foto che ha fatto il giro del mondo. Ora un docufilm racconta la sua storia.

Egea, la bambina esule con la valigia, oggi testimone della tragedia

Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e mentre gli italiani festeggiano la liberazione dai tedeschi, per una parte di popolo inizia la tragedia. I territori di Fiume, di gran parte dell’Istria e della Dalmazia vengono ceduti alla Jugoslavia a seguito della sconfitta italiana. Per la popolazione italiana residente è il caos più totale. I partigiani slavi iniziano a torturare e massacrare sistematicamente gli italiani cattolici, liberaldemocratici, fascisti, socialisti, sacerdoti, donne, anziani e bambini sulle terre passate sotto il controllo di Tito. Una pulizia etnica voluta dal leader stesso per eliminare dalla futura Jugoslavia i “non comunisti” considerati nemici del popolo. Tra il 1943 e il 1947, oltre 350.000 profughi italiani sono costretti a fuggire lasciando tutto; a migliaia vengono barbaramente uccisi nei campi sloveni e croati; molti altri ancora trucidati e buttati vivi nelle foibe, le cavità carsiche diventate l’incubo di migliaia di innocenti.

Navi cariche di italiani esuli vengono respinte nel porto di Ancona e costrette a proseguire.  Stessa sorte tocca ai treni carichi di profughi istriani, affamati e stremati dalle torture, alla stazione di Bologna. I loro “fratelli” italiani, sventolando le bandiere dei vincitori, costringono la Croce Rossa a versare il latte caldo destinato al convoglio dei disperati, sui binari.

norma cossetto foibe

Simbolo di tale carneficina è la giovane Norma Cossetto (foto in alto), studentessa istriana di 23 anni. Seviziata e torturata barbaramente per mano dei partigiani jugoslavi, viene gettata in una foiba ancora viva. Quando il suo corpo viene estratto, ha i seni tagliati e un bastone infilato nei genitali.

“Una pagina strappata dai libri di Storia” dichiarerà il cantautore Simone Cristicchi che, tra polemiche e minacce di morte, ha portato sul palcoscenico una verità troppo scomoda.

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Le vittime dei partigiani di Tito furono almeno 20.000. Con un colpo di spugna ne fu cancellata ogni traccia.

I vincitori tacquero. La sinistra tacque, la democrazia cristiana li dimenticò e perfino i neofascisti li ignorarono per anni. Per quasi cinquant’anni, il silenzio storiografico chiude nell’oblio la dolorosa vicenda.

Eppure il ricordo dovrebbe appartenere di diritto all’umanità intera, a prescindere da qualsiasi ideologia e indirizzo politico, affinché ciò che è già accaduto non debba ripetersi mai più.

Basterà un film e un cantautore intellettualmente onesto a farci riaffiorare la memoria?

http://www.raistoria.rai.it/embed/le-foibe-il-passato-riaffiora/5424/default.aspx

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About Alina Di Mattia

Scrittrice, conduttrice e responsabile produzione di grandi eventi istituzionali con esperienza trentennale nei Media e nella Comunicazione. All'attività artistica e manageriale ha affiancato quella di giornalista freelance. Si è occupata spesso di tematiche sociali ed ha all'attivo alcune pubblicazioni letterarie. Ha ricevuto due prestigiosi premi giornalistici nazionali e diversi riconoscimenti pubblici per le attività svolte.